A Londra la giovanile Messa di Gloria di Puccini

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Di Katharina Rabillon
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Non tutti sanno che il primo lavoro del maestro lucchese è stato un pezzo di musica sacra. Un lavoro giovanile che però rivela già il Puccini della Manon Lescaut.

Il nome di Giacomo Puccini fa pensare alla Turandot, o a Manon Lescaut. Non tutti sanno che la prima composizione di rilievo del maestro lucchese non è un'opera lirica, ma una messa.

L'audace e imprevedibile Messa di Gloria è stata eseguita nei giorni scorsi dalla London Symphony Orchestra e dal suo coro al Barbican Centre sotto la direzione di Sir Antonio Pappano, che ci svela: "La Messa di Gloria non è un lavoro maturo, ma penso che sia questo il suo fascino. È una creazione molto giovanile, ma è innegabilmente Puccini". E aggiunge: "Puccini veniva da una stirpe di organisti e maestri del coro, ma un viaggio che fece per andare a vedere l'Aida di Verdi gli cambiò la vita. L'Aida era qualcosa di davvero nuovo, con un linguaggio musicale più esotico, che affascinava Puccini".

Un'esperienza che spinse Puccini a seguire le orme di Verdi per comporre solo musica operistica. Questa messa, composta nel 1880, resta quindi un pezzo unico.

Il tenore Benjamin Bernehim ha uno speciale legame affettivo con questo lavoro: "È buffo, perché questa è una delle prime opere che ho cantato - racconta -. Ero un tenore ai primi passi, ed è stata la mia prima esperienza da solista con un pubblico e un'orchestra. È un ritorno alle radici, e io vedo la differenza, vocalmente, fra 15 anni fa e oggi, è un altro mondo".

Il "Gratias agimus tibi", assolo per tenore che fa parte del Gloria, sembra già prefigurare il futuro di Puccini, dice Pappano: "Possiamo dire che è operistico? Non proprio. È uno stile intermedio. Lui cerca di essere liturgico, ma naturalmente dentro di sé è già un uomo di teatro".

E anche un uomo che mette l'anima in quello che fa: "C'è molta gioia in questo lavoro - sottolinea Bernheim -, e noi cerchiamo di farlo con il massimo piacere possibile. D'altronde è una messa di gloria, non un requiem. È qualcosa di davvero luminoso. E finisce con una sorta di sorriso della musica. Ci si aspetta che succeda qualcosa ed è la fine. È magnifico".

Pappano conferma: "Sembra che si chiuda restando sospesa a mezz'aria. Lo trovo incantevole".

Rimane sospesa e sarà ripresa successivamente: Puccini infatti usò il finale della Messa, l'Agnus Dei, in Manon Lescaut, dove è cantata per divertire la protagonista annoiata.

Journalist • Selene Verri

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