"Premio Turner 2018": nomination 'video art' in mostra al Tate Britain di Londra

"Premio Turner 2018": nomination 'video art' in mostra al Tate Britain di Londra
Di Giulia Garofalo
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Per la prima volta al "Premio Turner" domina la 'video art' sperimentale delle opere dei candidati, in mostra al Tate Britain a Londra. Gli artisti propongono immagini animate che vanno dai film a 35 mm ai film girati con gli smartphone. Quattro i nominati.

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Il Museo Tate Britain di Londra mostra le opere dei candidati al "Premio Turner" 2018.

Per la prima volta, la video art sperimentale domina tra le nomination di questa edizione, e propone immagini animate che vanno dai film a 35 mm ai movie girati con gli smartphone.

"I protagonisti di questa edizione rappresentano le migliori evoluzioni dell’arte contemporanea. Gli artisti oggi vogliono affrontare problematiche sociali urgenti” - ha spiegato la Direttrice del Contemporary British Art al Tate Britain - ”Ci parlano di politica, identità dei gay, razzismo, aspetti importanti a cui la società deve dare attenzione”.

Il Turner Prize prende il nome dal celebre pittore inglese J.M.W. Turner.

L’evento fa eco non solo per l'arte, ma anche per le reazioni del pubblico.

Il Premio ha lo scopo di offrire il meglio dell'arte contemporanea britannica. Il nome del vincitore sarà annunciato a dicembre con una cerimonia di premiazione. Le opere resteranno in esposizione fino al 6 gennaio 2019 alla Tate Britain di Londra.

Le nomination sono:

Naeem Mohaiemen, Luke Willis Thompson, Forensic Architecture e Charlotte Prodger.

Meno quadri o opere di scultura. Prevale la ‘pellicola’. Infatti, tutti e quattro i candidati portano in gara film combinati ad altre forme d'arte e rappresentazione.

I membri della Giuria 2018 comprendono: Oliver Basciano, critic d’arte ed editor internazionale dell’ArtReview; Elena Filipovic, Director, Kunsthalle Basel; Lisa Le Feuvre, Executive Director, Holt-Smithson Foundation; e Tom McCarthy, romanziere e scrittore.

Cosa espongono

Naeem Mohaiemen: film, installazioni e saggi, la sua pratica indaga sulla politica della sinistra transnazionale nel periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale, sui retaggi della decolonizzazione e sulla cancellazione e riscrittura dei ricordi delle utopie politiche.

Charlotte Prodger: lavora prevalentemente con immagini in movimento, scultura, scrittura e performance. La sua arte esplora questioni che riguardano l'identità dei gay, il paesaggio, la tecnologia linguistica e il tempo.

Luke Willis Thompson: propone film, spettacoli, installazioni e sculture, le sue opere affrontano storie traumatiche di disuguaglianza di classe, razziale e sociale, violenza istituzionale, colonialismo e migrazione forzata.

Forensic Architecture: un team interdisciplinare che comprende architetti, cineasti, avvocati e scienziati; gli elaborati di Forensic Architecture utilizzano l'ambiente costruito come punto di partenza per le esplorazioni sulle violazioni dei diritti umani.

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