Il ritorno di Ladyhawke, libera dalle ansie

Il ritorno di Ladyhawke, libera dalle ansie
Di Alfredo Ranavolo
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Risolti i problemi con l'alcol, la cantautrice neozelandese ripropone un pop colorato. È uscito il suo terzo album solista, Wild things.

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Terzo album da solista di Ladyhawke, che torna con Wild Things. Una nuova attesa di quattro anni, dopo che Anxiety seguì nel 2012 al grande successo dell’omonimo disco d’esordio del 2008. La cantautrice e polistrumentista neozelandese racconta di aver passato un periodo difficile.

“Anche solo per cominciare a scrivere Wild things – racconta – ho dovuto fare grossi cambiamenti nella mia vita. Prima di farli, dovevo sforzarmi molto per scrivere canzoni. Stavo scrivendo cose cupe non ero contenta di nulla di quello che stavo facendo e non mi sentivo bene. Dovevo lasciar scivolare via molte delle ansie sul passato che ero solita avere. Penso che non bere sia stato fondamentale per riuscire a vincere queste cose”.

Nel nuovo album della 36enne c‘è decisamente una ritrovata vena pop più allegra, che lascia intendere la battaglia contro i suoi fantasmi sia vinta. Complice dei quali è stata, forse, una carriera cominciata molto presto nei Two lane blacktop e che ha rischiato di rimanere stritolata nei meccanismi dell’industria.

“Tanti miei coetanei o musicisti in situazioni simili hanno avuto esperienze negative, sono stati sfruttati in un modo o nell’altro nei contratti. È la solita vecchia storia, ma è la realtà delle cose e penso che se sei un giovane artista, devi avere veramente un buon team attorno a te. E leggere bene il tuo contratto. Devi essere sicuro di avere un buon avvocato e che non lavori per la compagnia discografica”.

A scanso di equivoci, Ladyhawke, al secolo Phillipa Margareth Brown ha voluto creare la propria etichetta. Al momento per pubblicare la sua musica, ma non è escluso che
lo faccia con quella di altri in futuro.

Ladyhawke è in tour negli Stati Uniti, proseguirà poi in Australia e nella sua Nuova Zelanda.

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