Israele: il governo si spacca su riforma della giustizia

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Di Alberto De Filippis
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Vari ministri cominciano a criticare le scelte di Bibi Netanyahu

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Prime crepe nel governo di Benyamin Netanyahu sulla riforma giudiziaria che sta spaccando Israele: due ministri hanno chiesto che sia "fermata subito". Alla 12esima settimana di proteste il ministro della Difesa Yoav Gallant, una delle figure chiave del Likud, ha chiesto di fermare l'iter della legge alla Knesset almeno fino al 26 aprile, il giorno dell'Indipendenza.

Mai così tanta gente in strada in Israele

"Occorre ritrovare l'unità nazionale. Già adesso - ha detto Gallant che da giorni aveva espresso le sue preoccupazioni sulla situazione a Netanyahu - esiste un pericolo chiaro, immediato e concreto alla nostra sicurezza nazionale". Dopo essersi dichiarato disposto a pagare un "prezzo personale" per la sua  posizione, Gallant ha domandato che il blocco della legge sia accompagnato da quello delle manifestazioni e dall'inizio di "un dialogo di riconciliazione fra le parti". "Gli eventi in corso nella società israeliana coinvolgono anche le forze armate. Da ogni parte giungono sentimenti di collera, di dolore e di massima delusione di un'intensità che non avevo mai visto prima. Constato come la fonte della nostra forza si sta erodendo. In quanto ministro della Difesa di Israele, io dico nel modo più chiaro che le lacerazioni che si stanno verificando nella nostra società stanno penetrando anche nell'esercito e nelle altre istituzioni di sicurezza". 

Esiste infatti un malessere diffuso in seno all'esercito per le ricadute della riforma e per gli annunci dei riservisti di non volersi presentare al richiamo in servizio in nome della 'disobbedienza civile' contro la legge. Gallant non è il solo ad aver rotto gli argini e liberato la parola. Anche il ministro dell'Agricoltura Avi Dichter ha chiesto al premier di fermare la legge per lo meno fino al giorno dell'Indipendenza. "Non c'è altro modo", ha detto Dichter, ex capo dello Shin Bet (la Sicurezza interna di Israele) ed uno dei maggiori dirigenti del Likud. Sulla stessa posizione anche Yuli Edelstein, altro autorevole esponente del partito di Netanyahu ed ex presidente della Knesset.

La svolta nel fronte - finora granitico - del governo è stata salutata con favore dal capo dell'opposizione Yair Lapid.

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