Israele, ancora proteste di massa. Approvata dal Parlamento la legge pro-Netanyahu

Benjamin Netanyahu, premier israeliano
Benjamin Netanyahu, premier israeliano Diritti d'autore Abir Sultan/ABIR SULTAN / POOL
Di Debora Gandini
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La Knesset protegge Benjamin Netanyahu dalla possibilità di dover lasciare l'incarico mentre è sotto processo per corruzione

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La Knesset protegge il premier Benjamin Netanyahu dalla possibilità di dover lasciare l'incarico mentre è sotto processo per corruzione. In un'accesa sessione notturna, il parlamento israeliano ha approvato con 61 voti favorevoli e 47 contrari un regolamento che impedisce alla Corte Suprema di costringere un primo ministro a prendere un "congedo" o addirittura a dimettersi per un conflitto di interessi. 

Già l'avvocato generale dello stato, Gali Baharav-Miara, aveva sollevato il problema. Con la nuova legge, un premier può essere rimosso dalla sua posizione solo per impedimento fisico o mentale. E questo deve essere approvato almeno dal 75% dei ministri dell'esecutivo e se il premier si rifiuta almeno dal 75% della Knesset.

La legge fa parte della controversa riforma della giustizia da parte parte dell’esecutivo che sta provocando diverse proteste in Israele da parte dei cittadini che vedono a rischio l'indipendenza giudiziaria. L'opposizione aveva chiesto numerose modifiche al disegno di legge, ritenendolo "fatto su misura" per i problemi giudiziari che Netanyahu sta affrontando, riporta "The Times of Israel".

“Sono qui perché sono preoccupata per la nostra democrazia”, dice una manifestante a Tel Aviv. “Sono profondamente preoccupata per quello che sta accadendo nel nostro Paese con la riforma della giustizia, giudiziaria, una misura che in realtà sta tentando di instaurare una sorta di dittatura in Israele”.

Sono tre mesi ormai che Israele assiste a proteste di massa contro la riforma che potrebbe dare al governo, considerato il più a destra di sempre, il controllo totale sulla nomina dei giudici, compresi quelli della Corte Suprema.

Scioperi, cortei e blocchi stradali a Gerusalemme, Tel Aviv e in molte altre città del Paese, un giovedì di paralisi. A Herzliya un gruppo di riservisti ha posto una scritta sulla statua di Thedore Herzl con una famosa frase del fondatore del sionismo: "se lo vuoi, la democrazia vincerà", e la frase "non è un sogno, ma un golpe", in riferimento alla contestata riforma.

La controversa riforma della giustizia

L'opposizione e una larghissima parte dell'opinione pubblica accusano l'esecutivo di voler mettere sotto controllo politico la magistratura minando le fondamenta della democrazia.

Numerosi gli appelli arrivati per congelare la riforma che divide Israele sono giunti da tutti i settori della società: l'economia, la sicurezza e la cultura. Nonostante i tentativi del presidente Isaac Herzog, finora non è stato possibile raggiungere nessun compromesso sul testo da approvare.

Netanyahu sotto processo

La critica più frequente a questo disegno di legge? Lo stesso premier Benjamin Netanyahu (73 anni, al sesto mandato di governo), che è sotto processo per corruzione, frode e abuso di potere, potrebbe usare questa riforma per ribaltare una possibile condanna.

I sostenitori della riforma affermano, viceversa, che la Magistratura è troppo politicizzata e che la nuova legge potrà, quindi, "riequilibrare" il sistema giudiziario.

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