Georgia: revocata la controversa legge sugli "agenti stranieri"

Proteste in Georgia contro la legge sugli "agenti stranieri"
Proteste in Georgia contro la legge sugli "agenti stranieri" Diritti d'autore Zurab Tsertsvadze/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
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La pressione delle massicce proteste di piazza e le condanne internazionali hanno spinto il parlamento a ritirare il disegno di legge

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Venerdì 10 marzo il parlamento della Georgia ha votato per ritirare il controverso disegno di legge sugli "agenti stranieri", che aveva precedentemente approvato in prima lettura.

La legge, che voleva etichettare come "agenti sotto influenza straniera" tutti i media e le Ong che ricevono più del 20% dei loro finanziamenti dall'estero, aveva provocato violente proteste di piazza in patria e la condanna internazionale, in particolare di Unione europea e Stati Uniti.

I suoi detrattori l’avevano definita un tentativo di mettere a tacere il dissenso e la libertà di stampa, sul modello di un’analoga normativa russa in vigore dal 2012. 

I manifestanti, a migliaia ancora in strada a Tbilisi per il quarto giorno consecutivo, hanno accolto con favore la decisione. Per loro, la legge avrebbe allontanato la Georgia dall'Occidente e dall'Unione Europea, alla quale l'85% dei georgiani vuole aderire. 

La presidente della Repubblica, Salomè Zurabishvili, che si era schierata dalla parte dei dimostranti, ha parlato di una "decisione giusta, presa in considerazione del vero potere del popolo".

Anche l’Unione europea, secondo la quale la legge avrebbe potuto ostacolare l'annessione della Georgia, ha accolto con favore la sua revoca.  

Il portavoce del Cremlino, invece, ha accusato una presunta "mano invisibile" di aver introdotto influenze anti-russein Georgia. 

A che punto è la Georgia con l'Ue

A marzo 2022, a stretto giro con l'Ucraina e la Moldova, la Georgia ha inoltrato all'Unione europea una richiesta di adesione

Il 23 giugno scorso Bruxelles ha deciso di concedere all'Ucraina e alla Moldova l'ambito status di Paesi candidati all'ingresso nell'Ue. La stessa sorte non è toccata alla Georgia, che è stata lasciata in "lista d'attesa".

I 27 leader hanno semplicemente riconosciuto al Paese una "prospettiva europea", una sorta di preludio alla candidatura formale. Per ottenerla, la Georgia dovrà migliorare alcuni aspetti della sua vita politica, sociale ed economica.  

"Il Consiglio europeo è pronto a concedere lo status di Paese candidato alla Georgia una volta che saranno state affrontate le priorità specificate nel parere della Commissione sulla domanda di adesione della Georgia", aveva puntualizzato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. 

Come Repubblica parlamentare, infatti, la Georgia ha fatto grandi passi avanti per superare l'eredità sovietica e tiene regolari elezioni per scegliere i suoi rappresentanti politici.

Ma il sistema è traballante, con frequenti accuse di frode, intimidazione, compravendita di voti, clientelismo e violenze da parte della polizia.

Gli oligarchi sono stati accusati di esercitare un'influenza eccessiva sulla vita politica e sui media della Georgia, mentre le libertà civili sono "protette in modo incoerente", secondo Freedom House.

La Commissione europea ha quindi presentato un elenco di priorità che la Georgia dovrebbe affrontare in tempi rapidi, tra cui la polarizzazione politica, il corretto funzionamento di tutte le istituzioni statali e la necessità di "de-oligarchizzazione".

Entro la fine dell'anno, la Commissione europea dovrà riferire al Consiglio europeo sulle misure adottate dal governo georgiano.

I leader dell'Ue utilizzeranno questa relazione per decidere se concedere finalmente lo status di candidato alla Georgia, un passo che richiede l'unanimità dei 27 Stati membri.

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