Cutro, il Consiglio dei ministri accolto dalle proteste. All'ordine del giorno un dl sui migranti

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frame Diritti d'autore Antonino D'Urso/LaPresse foto d'urso
Diritti d'autore Antonino D'Urso/LaPresse foto d'urso
Di Michela Morsa
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Nella bozza del nuovo decreto sull'immigrazione l'inasprimento delle pene per gli scafisti e i termini per un flusso regolare dei migranti

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È iniziata nel palazzo del Comune di Cutro (Crotone), teatro del naufragio nel quale lo scorso 26 febbraio hanno perso la vita almeno 72 migranti, la riunione del Consiglio dei ministri. 

Una location d'eccezione, scelta dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni per omaggiare le vittime. 

All'ordine del giorno c'è proprio la stesura di un nuovo decreto legge che inasprisca le pene nei confronti degli scafisti e stabilisca i termini per un flusso regolare dei migranti. 

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i ministri del suo governo sono arrivati nella piccola località calabrese intorno alle 16, accolti dalle autorità cittadine e regionali. 

Diversa la reazione della folla radunatasi fuori dal palazzo del Comune. 

Se un piccolo gruppo di cittadini ha accolto la premier con un applauso e tanti monitoravano il suo arrivo dai balconi di casa, ad attendere l'esecutivo c'erano soprattutto un centinaio di manifestanti che intonavano slogan contro il governo e lanciavano pupazzi di peluche al passaggio delle auto blu. 

"Vergogna", "Potevano essere salvati", "Non nel mio nome", solo alcune delle frasi scritte sui cartelli dei contestatori. "Chiediamo giustizia. A 15 giorni dalla tragedia ancora non emerge la verità. E ieri volevano trasferire le salme. Vogliamo una vera politica di accoglienza", ha urlato uno dei manifestanti. 

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Già questa mattina, lungo la strada che collega la statale 106 a Cutro, erano spuntate alcune scritte contro il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. 

Al termine del cdm è prevista una conferenza stampa alla quale parteciperanno, oltre alla premier i due vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e quello dell'Interno Matteo Piantedosi. 

Tre invece i ministri del tutto assenti: Guido Crosetto (Difesa), Eugenia Roccella (Famiglia), e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che si collegherà però in videoconferenza.

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Il decreto

La bozza del decreto unico sul flusso dei migranti parla di "disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare". 

Nel dl troverà spazio un'aggravante specifica per gli scafisti, attualmente puniti con la reclusione da uno a cinque anni di carcere e una multa da 15mila euro. 

Il governo vuole rimodulare tutte le pene, in modo da aumentarle se si verifica un trasbordo da una nave all'altra o in caso di naufragio e vittime. 

Si tenterà anche di rendere più veloci ed efficaci le espulsioni. Un punto che avrà però bisogno di accordi preventivi con i Paesi interessati. 

Dall'altro lato, l'intenzione è quella di semplificare gli ingressi regolari, con la mobilitazione degli uffici diplomatici per l'esame in loco delle richieste. 

Infine, la bozza prevede un allargamento del decreto flussi, che potrebbe arrivare ad avere durata triennale, con quote privilegiate ai Paesi che collaborano al contrasto dell'immigrazione clandestina. 

Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, nel decreto il ministero dell’Interno avrebbe provato a inserire alcune norme su respingimenti e lo stop alla protezione in mare. Ma Fratelli d’Italia non avrebbe apprezzato. E così alla fine le modifiche sarebbero cadute nella riunione tecnica con gli Esteri e la Giustizia.

L'esposto collettivo

Non si placano che le critiche dell'opposizione e dei gruppi umanitari nei confronti dell'esecutivo, ritenuto responsabile del naufragio a causa della decisione di non inviare le imbarcazioni di salvataggio della Guardia Costiera dopo una segnalazione di Frontex, l'agenzia dell'Unione Europea per la protezione delle frontiere e delle coste.

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Un aereo di pattugliamento aveva infatti individuato l'imbarcazione a circa 70 chilometri dalla costa calabrese molte ore prima del naufragio, avvenuto all'alba in condizioni di mare avverso. 

L'imbarcazione, che si pensa fosse partita giorni prima dalla Turchia con almeno 180 passeggeri a bordo, si era schiantata contro un banco di sabbia, aveva iniziato ad imbarcare acqua e si era spaccata. 

La procura di Crotone ha già aperto un'indagine perstabilire se ci siano responsabilità nei ritardi dei soccorsi e oltre 40 associazioni della società civile hanno presentato un esposto collettivo alla procura della Repubblica presso il tribunale di Crotone per chiedere di fare luce sul naufragio.

"Davanti a così tanti morti e chissà quanti dispersi, è doveroso fare chiarezza" dichiarano le organizzazioni tra cui Emergency, Sos Mediterranee e Legambiente. 

"Vogliamo dare il nostro contributo all'accertamento dei fatti, non ci possono essere zone grigie su eventuali responsabilità nella macchina dei soccorsi", aggiungono.

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Le associazioni, infine, rinnovano il loro appello all'Italia e all'Europa: "per ridurre drasticamente il rischio di nuove tragedie è necessario mettere in piedi al più presto un sistema di ricerca e soccorso in mare adeguato e proattivo". 

Le polemiche e il dolore dei familiari

Mercoledì 8 marzo, i parenti delle vittime, perlopiù afghani, iraniani, sirani e pakistani, hanno inscenato un sit-in di fronte al palazzetto dello sport di Cutro, protestando contro la gestione dei resti dei loro familiari con cartelli improvvisati e bloccando la via adiacente. 

La protesta è scaturita dalla comunicazione improvvisa che le bare delle 72 persone ospitate nel PalaMilone sarebbero state trasferite al cimitero islamico di Bologna

La scelta del governo di portare via le salme era stata percepita come un tradimento rispetto alle promesse fatte da varie autorità, compreso il presidente della Repubblica, che avevano assicurato alle famiglie tutto l'aiuto necessario per rimpatriare i corpi dei loro cari.

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Il ministero degli Interni Piantedosi è poi intervenuto chiarendo che il trasferimento era da intendersi come provvisorio e che comunque sarebbe stata rispettata la volontà delle famiglie.

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 "Si procederà sulla base delle richieste di ogni nucleo familiare. Qualora sia richiesto il rimpatrio della salma, lo Stato italiano si farà carico di tutti gli oneri", ha detto. 

Finora il corpo di un migrante afghano è stato sepolto in Calabria, quello di una vittima tunisina è stato inviato in Tunisia, una vittima afghana è stata trasportata in Germania, mentre quattro corpi sono stati rispediti in Pakistan. 

Mercoledì, sette corpi sono stati trasportati al cimitero musulmano di Bologna, mentre altri sono stati preparati per essere inviati in Germania e in Afghanistan.

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