L'aquila a stelle e strisce e il dragone cinese verso lo scontro mortale

Il ministro degli Esteri  cinese Qin Gang
Il ministro degli Esteri cinese Qin Gang Diritti d'autore Mark Schiefelbein/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
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Di Paolo Alberto Valentiansa
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Dal virus al pallone fatto abbattere da Biden la storia delle relazioni fra Washington e Pechino è quella di una guerra sempre più palese che dal piano dell'economia e delle sanzioni potrebbe finire anche sul campo di un vero scontro armato

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L'aquila a stelle e strisce sta facendo a botte col dragone cinese e non da ieri, la guerra economica USA-Cina l'avevano inaugurata le intemperanze di Trump, proprio il vecchio leone andato via malconcio e controvoglia dalla Casa Bianca è quello che promette di domare la Cina considerata ormai troppo potente e  invasiva in tutto il mondo (qualora riesca a tornare nel ruolo di presidente degli Usa). Joe Biden non è comunque da meno tanto che la decisione di far abbattere il pallone aerostatico di Pechino che svolazzava a febbraio in alta quota sopra il naso degli americani è stata rapida ed efficace. 

Pechino percepisce bene il pericolo e la sua posizione ambigua (ma in realtà sempre più filo russa nel conflitto fra Occidente e Mosca) fa pensare a intenzioni di riequilibrio economico internazionale che agli Usa proprio non interessano. Nella tradizionale conferenza stampa annuale del ministero degli Esteri, ai margini dei lavori dell’Assemblea Nazionale del Popolo a Pechino, il ministro Qin Gang non è stato tenero con Washington. Qin, ex ambasciatore proprio negli Stati Uniti e ministro in carica da due mesi, dipinge gli Usa e i suoi alleati come fonte di tensione e conflitto, mentre elogia il rapporto di Pechino con Mosca. Pechino "non ha fornito armi ad alcuna delle due parti del conflitto ucraino. La Cina non è l'artefice della crisi, né una parte direttamente interessata. Ma è anche vero che la questione di Taiwan potrebbe diventare l'"Ucraina" asiatica in ogni momento e non solo per questioni squisitamente nazionalistiche. Su questo gli Usa dovrebbero riflettere a fondo.

Il prologo delle sanzioni

"Perché minacciare allora le sanzioni alla Cina? Non è assolutamente accettabile". Qin Gang, nel suo primo briefing con i media a margine dei lavori parlamentari, ha accennato a "una mano invisibile" che sembra sostenere una crisi prolungata. "E' una tragedia che poteva essere evitata: la Cina sceglie la pace sulla guerra, il dialogo sulle sanzioni" e la de-escalation all'escalation", ha notato ancora Qin sul conflitto tra Russia e Ucraina.

La partita a scacchi con quadranti in terra e cielo

I crescenti malumori fra i due attuali colossi americano e cinese avevano raggiunto un primo apogeo proprio col pallone che Pechino ha fatto volare in alta quota sopra gli Usa e che Biden ha fatto abbattere qualche settimana fa. Ma non solo satelliti, palloni e  TikTok preoccupano le autorità americane delle presunte o possibili attività di spionaggio cinesi; ci sarebbero adesso anche le gigantesche gru 'Made in China' presenti nei porti statunitensi, inclusi quelli usati dal Pentagono. Archiviati gli attacchi al laboratori di Wuhan con la regressione della pandemia, gli Usa mantengono una vigilanza assoluta nello scontro economico che li oppone da deceni al gigante asiatico che secondo gli analisti è comunque destinato a soppiantare la preponderanza strategica generalizzata americana. Nel caso delle gru alcuni funzionari statunitensi sono sempre più preoccupati del fatto che quelle per container nei porti - esattamente quelle prodotte dalla multinazionale statale cinese Zpmc - possano fornire a Pechino uno strumento di spionaggio nascosto alla luce del sole. La stampa a stelle strisce ha citato alcuni anonimi funzionari della sicurezza nazionale e del Pentagono, che hanno paragonato le gru a un cavallo di Troia in virtù dei sofisticati sensori di cui sono equipaggiate per monitorare i movimenti dei container. Secondo un ex alto funzionario del controspionaggio americano, Bill Evanina, le gru potrebbero anche fornire un accesso remoto a chi cerca di interrompere il flusso di merci.

La moltiplicazione del caso Huawei

"Possono essere la nuova Huawei", ha detto Evanina, riferendosi al gigante cinese delle telecomunicazioni, le cui apparecchiature sono state vietate ai funzionari statunitensi dopo aver avvertito che potevano essere usate per spiare gli americani. "È la combinazione perfetta di un'attività commerciale legittima che può mascherare una raccolta clandestina di informazioni", ha aggiunto l'ex funzionario del controspionaggio. Un rappresentante dell'ambasciata cinese a Washington ha rinviato al mittente le preoccupazioni degli Stati Uniti per le gru sposta container, parlando di un tentativo "paranoico" di ostacolare il commercio e la cooperazione economica. "Far circolare la teoria della 'minaccia cinese' è irresponsabile e danneggia gli interessi degli Stati Uniti stessi", ha dichiarato.

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