Un anno dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, sono milioni gli sfollati che vivono nei Paesi dell'Unione europea.
Nel corso dell'ultimo anno, milioni di Ucraini hanno lasciato il loro Paese per scappare dalla guerra. Secondo l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, il conflitto ha generato più di 13 milioni di sfollati. Tra loro, 5 milioni e mezzo sono tornati a casa, ma la maggior parte è rimasta all'estero.
Per scoprire in quali Paesi vivono, l'Agenzia Europea per i diritti fondamentali ha deciso di selezionare dieci Paesi, che con l'Ucraina condividono una frontiera (Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia) o hanno accolto un numero importante di Ucraini (Bulgaria, Repubblica Ceca, Germania, Estonia, Italia e Spagna).
Nonostante l'Unione europea abbia creato rapidamente i sistemi necessari per accogliere i migranti provenienti dall'Ucraina, solo uno su tre ha chiesto asilo nel paese ospitante, ma la maggioranza ha scelto di chiedere solo protezione temporanea. Molti di coloro che hanno lasciato il Paese sperano infatti di tornare un giorno in Ucraina. Solo 1 su 5 pensa di rimanere all'estero.
Le difficoltà della vita quotidiana
Nonostante le misure di aiuto, 6 rifugiati ucraini su 10 pagano l'affitto del loro alloggio, interamente o in parte. Molti pagano anche il vitto, ma la constatazione è la stessa per 8 rifugiati su 10: arrivare a fine mese è difficile.
Una difficoltà che deriva in parte anche dalla mancanza di un lavoro e dunque di uno stipendio, condizione che accomuna due rifugiati su 3. La maggior parte di loro non parla la lingua del Paese ospitante e per il momento non ha potuto beneficiare di corsi per impararla.
E dato che molti degli ucraini rifugiati in Europa aspettano la fine della guerra per tornare in patria, l'Agenzia europea per i diritti fondamentali insiste sulla necessità di mettere in pratica ogni misura possibile per facilitare il ritorno graduale alla loro vita precedente.