Sisma, il presidente Erdogan promette la ricostruzione delle zone colpite. Appello dell'Onu

Una zona devastata dal sisma
Una zona devastata dal sisma Diritti d'autore Francisco Seco/AP
Di Debora Gandini
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Sale il numero delle vittime in Turchia e Siria, oltre 41 mila. Dall'Onu appello umanitario per la popolazione siriana, devastata anche dalla guerra

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E' una contro il tempo quella dei soccorritori in Turchia e Siria alla ricerca di persone ancora in vita sotto le macerie del devastante terremoto che ha colpito i due Paesi lunedì 6 febbraio.

Mentre il numero dei morti continua salire ci sono anche piccole storie di salvataggi, spesso vengono ritrovati vivi bambini o neonati. Storie di vita e di speranza in quello che l'Organizzazione mondiale della Sanità ha definito il peggior disastro naturale degli ultimi 100 anni. Il bilancio complessivo delle vittime ha ormai superato quota 41.000 morti, e secondo le autorità locali è destinato a salire ancora.

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, da giorni, sta visitando alcuni dei sopravvissuti in ospedale. Ha promesso nuove case a chi ha perso tutto nelle 10 regioni colpite dal sisma, sottolineando che saranno costruite entro un anno. Sono migliaia gli edifici completamente distrutti.

Intanto le squadre di emergenza e di soccorso non smettono di lottare e di scavare tra gli enormi cumuli di macerie. Le agenzie umanitarie e i governi di tutto stanno intensificando gli sforzi per portare aiuti nelle aree devastate.

Particolarmente disperata è la situazione in Siria, un paese già devastatato da quasi dodici anni di guerra civile tra i ribelli anti Assad e il regime di Damasco. Tra le dispute politiche che ritardano l'arrivano degli aiuti, i soccorsi possono raggiungere la Siria, controllata dai ribelli, attraverso il valico appena aperto, dove è finalmente passato questo martedì un convoglio.

L'appello dell'Onu

Le Nazioni Unite hanno lanciato un appello umanitario da 397 milioni di dollari per fornire "soccorsi salvavita a quasi 5 milioni di siriani" per tre mesi. "Siamo nelle fasi finali di un appello simile per la Turchia", ha aggiunto il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ricordando che subito dopo il sisma l'Onu ha fornito 50 milioni di dollari tramite il Central Emergency Response Fund.

"I bisogni sono immensi - ha aggiunto -. Il modo più efficace per stare dalla parte della gente è fornire questo finanziamento di emergenza".

Incubo epidemia

Con le speranze ridotte al lumicino i soccorritori continuano a estrarre persone vive dagli edifici crollati. Ad Adiyaman, una delle città più colpite dal sisma, un uomo è stato liberato dopo aver passato 207 ore sotto le macerie. Occuparsi dei vivi è una sfida altrettanto ardua. In Siria, nella zona del Nord Ovest del Paese controllata dai ribelli, il primo convoglio di aiuti umanitari è stato consegnato solo martedì.

Essenziale è stata l'apertura del valico frontaliero di Bab As Salama, che collega la regione turca di Gaziantep da quella siriana a Nord di Aleppo. L'Onu ha chiarito che lo sblocco del traffico lungo i valichi è stato ottenuto "senza precondizioni" imposte dal governo di Bashar al-Assad, che li usa come arma politica contro i ribelli che occupano la regione.

Secondo le autorità turche, circa 80 mila persone sono ricoverate in ospedale, e questo mette a dura prova il sistema sanitario, già gravemente danneggiato dal disastro. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato un appello di 43 milioni di dollari per sostenere la risposta al terremoto in Siria e Turchia.

Secondo le autorità turche, circa 80 mila persone sono ricoverate in ospedale, e questo mette a dura prova il sistema sanitario, già gravemente danneggiato dal disastro.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato un appello di 43 milioni di dollari per sostenere la risposta al terremoto in Siria e Turchia.

Un'altra priorità è la sepoltura dei morti. Ad Antiochia e altre città turche pesantemente colpite non c'è più spazio nei cimiteri. Le autorità locali hanno autorizzato l'utilizzo di altri spazi per le inumazioni. L'inviata di Euronews nei luoghi colpiti dal sisma, Anelise Borges, riferisce che i corpi non identificati e non accompagnati sono sottoposti a un prelievo del Dna per permettere ai loro familiari di sapere dove sono stati sepolti.

Si lotta contro il tempo per recuperare anche i cadaveri sotto le macerie: il rischio è che contribuiscano alla diffusione di malattie infettive come il colera, che ha già provocato un'epidemia nel Nord della Siria negli ultimi mesi.

Save the Children ha lanciato un allarme: migliaia di persone sono prive di acqua potabile sicura e strutture igienico-sanitarie come acqua corrente e servizi igienici. In queste condizioni c'è il rischio di un'epidemia di malattie trasmesse dall'acqua, che rischia di essere letale per i bambini.

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