Guerra in Ucraina, secondo anno. Come è cambiato il mondo da quel 24 febbraio

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Di Oleksandra Vakulina
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Al meeting di Davos sono state analizzate le prospettive aperte e le vulnerabilità toccate dal conflitto. Al centro c'è l'Ucraina, ma al suo fianco l'Europa

È passato quasi un anno da quando il Cremlino ha deciso di invadere su larga dell’Ucraina. La guerra sta avendo un impatto enorme per tutti, per l’Europa e tutto il mondo in vari aspetti, da quello geopolitico, a quello energetico, senza dimenticare le ricadute per la sicurezza alimentare per i Paesi che dipendono fortemente dalle importazioni di cereali dall'Ucraina.

Nel corso di un panel durante l'edizione 2023 del Forum economico di Davos il primo ministro finlandese Sanna Marin,il deputato del Congresso americano per la città di New York Gregory Meeks, la presidente della Moldova Maia Sandu e il presidente del Consiglio di amministrazione del gruppo Engie Jean- Pierre Clamadieu hanno discusso delle principali vulnerabilità che l'Europa deve affrontare con una guerra che imperversa.

"Una guerra di valori"

Il capo del governo finlandese Sanna Marin ha sottolineato che il conflitto, con il suo enorme impatto geopolitico, sta mettendo in atto anche "una guerra di valori" con l’ordine basato sulle regole "messo duramente alla prova". Ma le conseguenze si vedono anche nel concreto, nei prezzi dell'energia che scaricano sulle spalle dei cittadini il prezzo più caro di questa guerra. "La Russia sta usando l’energia come uno strumento contro l’Europa per costringerci a ridurre il nostro sostegno all’Ucraina sfruttando la frustrazione della gente per l’impennata dei prezzi in Europa", ha dichiarato Matin.

Ma l'ipotesi non è da prendere in considerazione in nessun caso, ha detto la leader finlandese, sostenendo il bisogno di dare all'Ucraina più armi, soprattutto di tecnologia avanzata. 

Dobbiamo essere franchi e dire a gran voce che sosterremo l’Ucraina per tutto il tempo necessario, siano cinque, dieci o quindici anni. Costi quel che costi. E spetta agli ucraini decidere se sarà il momento di negoziare quando sarà il caso di trattare per un accordo di pace. E noi saremo al loro fianco anche in quel momento, perché il nostro compito è sostenerli.
Sanna Marin
Primo ministro finlandese

Il sostegno all'Ucraina è un tema indiscusso anche per la Moldova, Paese posto in prima linea per vicinanza geografica e per influenza politica agli attacchi della Russia. Chișinău è passata in pochi mesi a dall'essere totalmente dipendente dalle forniture di Gazprom fino a ridurre la quota del gas importato dalla compagnia al 40%. Il pericolo più grande nel Paese resta la diffusione della propaganda russa e la disinformazione. "Dobbiamo capire come affrontare il problema efficacemente: è una questione di cybersicurezza", ha detto la presidente moldava Sandu. 

L'opera di propaganda russa ha colpito anche l'Occidente. Il membro del Congresso Usa Gregory Meeks ha ammesso che è riuscita a convincere molti americani all'inizio della guerra che il vero aggressore fosse l'Ucraina. "La crisi umanitaria, le torture inflitte ai civili e le persone lasciate a morire nel freddo, le azioni criminali di Putin ci stanno rendendo più uniti anche al Congresso, e le persone hanno cominciato a ricredere alle informazioni distorte che avevano ricevuto", ha continuato Meeks, fiducioso che "l'Ucraina vincerà per tutto l’inverno e sarà definitivamente vittoriosa la prossima estate".

La Moldova e il sogno del "mondo libero"

Sostenere l'Ucraina per il capo di Stato significa "essere parte del mondo libero" a cui la Moldova aspira. Il rischio di una vittoria di Mosca sarebbe troppo grosso. 

La Moldavia è sopravvissuta, è riuscita ad affrontare le sfide della guerra in larga misura grazie al sostegno ricevuto dall'Unione europea e dai partner che sostengono lo sviluppo
Maia Sandu
Presidente della Moldova

Il Paese si è affacciato all'Unione europea presentanto la candidatura all'adesione e attualmente si stima che il 70% dei cittadini sia favorevole all'entrata della repubblica nell'Ue. Con l'accoglienza di circa 700 mila profughi "stiamo dimostrando di aderire ai valori europei", ha dichiarato Sandu. L'adesione alla Nato è un argomento di discussione. "Percepiamo la nostra vulnerabilità e siamo realistici sulle nostre capacità di difesa, ma abbiamo bisogno del sostegno popolare", ha risposto la presidente interpellata sulle prospettive del Paese rispetto al progetto di aderire all'alleanza transatlantica.

Per la Finlandia non ci sono dubbi. Insieme alla Svezia, Helsinki ha presentato istanza di adesione e sta ora attendendo la ratifica del trattato da parte del Parlamento ungherese, che dovrebbe discuterne a breve, e dalla Turchia, che però non ha indicato un possibile calendario. "Quando è scoppiata la guerra tutto è cambiato, anche il nostro vicinato e la mentalità dei finlandesi è cambiata nello stesso momento in cui la Russia ha attaccato l'Ucraina", ha detto Marin durante il dibattito. 

"I finlandesi allora hanno cominciato a chiedersi quale confine la Russia non avrebbe attraversato: quello è il confine della Nato", ha proseguito Marin, aggiungendo che il suo Paese, insieme alla Svezia condivide "lo stesso clima geopolitico".

E poi c'è la questione dei beni congelati delle istituzioni russe e degli oligarchi russi colpiti dalle sanzioni europee. "È una questione complicata dal punto di vista giuridico, ma dobbiamo decidere come possiamo utilizzare queste risorse per supportare e ricostruire l’Ucraina: questo inciderebbe sulla guerra più di quello che noi pensiamo, perché ci sono grossi interessi dietro questi beni e questi soldi, può davvero influenzare la situazione", ha insistito Marin.

Oltre all'occasione che l'Europa ha davanti per cambiare le sorti del conflitto, il Vecchio continente può ora accendere i propulsori per imboccare la rotta della transizione ecologica e degli obiettivi dell'agenda climatica europea "Fit for 55"

"Penso che la sfida per l'Europa sia davvero quella di assicurarsi di rafforzare il nostro sistema energetico, e questo è completamente in linea con la necessità di accelerare la transizione energetica: in Europa abbiamo alcune miniere di carbone, ma abbiamo voltato le spalle a queste fonti", ha affermato Clamadieu, affermando come l'Ue abbia la possibilità di fare passi in avanti importanti nel campo dello stoccaggio di energia rinnovabile e dello sviluppo dell'idrogeno. Una questione che mette in palio il premio di una maggiore competitività delle imprese europee. I prezzi energetici in Europa si sono sgonfiati rispetto agli scorsi mesi, ma restano ancora alti rispetto ai livelli d'oltreoceano.

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