Batterie: il passaporto che rispetta ambiente e diritti umani

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Di Diego Giuliani
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Presentato al Forum economico di Davos il "passaporto delle batterie": gemello digitale del dispositivo fisico, che ne registra impatto ambientale e rispetto dei diritti umani. La Global Battery Alliance: "Cruciale garantire la trasparenza produttiva"

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Un gemello digitale della batteria reale per monitorare impatto ambientale e rispetto dei diritti umani. Presentato oggi al Forum Economico di Davos un prototipo del passaporto digitale per le batterie sviluppato dalla Global Batteries Alliance. "La parola chiave è trasparenza - dice il suo direttore esecutivo, Inga Petersen -. Le case automobilistiche possono avere fino a 40.000 fornitori. Impossibile quindi per loro avere un quadro dettagliato ed esaustivo di quanto accade nella loro catena produttiva. Gli aspetti più importanti che si propone di monitorare per garantire prodotti più etici sono le emissioni carboniche, il lavoro minorile e il rispetto dei diritti umani".

Gli aspetti più importanti che il passaporto delle batterie si propone di monitorare per garantire prodotti più etici sono le emissioni carboniche, il lavoro minorile e il rispetto dei diritti umani
Inga Petersen
Direttore esecutivo Global Battery Alliance

“La prima dimensione che monitoriamo - spiega Petersen - riguarda i dati tecnici della batteria come la sua capacità e il tracciamento e le fasi della sua produzione. Sul lungo termine comprenderà però anche informazioni sul contenuto di materiali riciclati e su come smontarne le componenti per un ulteriore riuso. La seconda componente che viene registrata nel passaporto digitale per le batterie è poi la provenienza dei materiali”.

Le batterie per l'ambiente. Fondamentali più sostenibilità e diffusione

Due le principali sfide identificate dal World Economic Forum in materia di batterie per centrare gli obiettivi ambientali dell'Accordo di Parigi: una produzione più sostenibile e l'accelerazione della loro diffusione. Esperti e attori della filiera produttiva concordano che per aumentarne la penetrazione sia determinante una tecnologia che permetta al contempo di ridurne tempi di ricarica e costi di produzione e aumentarne autonomia e sicurezza

"Batterie allo stato solido": l'elettrolita che aumenta sicurezza e autonomia

Le attuali batterie al litio utilizzano un elettrolita il cui ingrediente principale è il carbonato di etilene. Progettato per conferire stabilità sia all'anodo che al catodo, due delle loro componenti chiave, questo elettrolita liquido è però facilmente infiammabile. Per contrastare questo rischio, il progetto europeo Astrabat mira a sostituirlo con un elettrolita solido. "Non essendo infiammabile e resistendo all'autoaccensione ci permette di aumentare la sicurezza", spiega Sophie Mailley, coordinatrice del progetto. "È ciò che chiamiamo batteria allo stato solido". Un ulteriore vantaggio di questa tecnologia è una maggiore densità della batteria, un parametro cruciale sia per le loro dimensioni che per la loro durata . "Oggi l'autonomia media dei veicoli elettrici è compresa tra 300 e 500 km. Il nostro obiettivo è quello di eguagliare le prestazioni delle batterie al litio nella fascia alta di questa forchetta".

AFP
Tra gli aspetti registrati dal passaporto delle batterie: impatto ambientale e rispetto dei diritti umaniAFP

Mercato dominato dalla Cina. Ma l'Europa punta sulla costruzione di nuovi impianti

Uno dei principali obiettivi di Astrabat è anche creare le condizioni affinché l'Europa acquisti un ruolo più significativo nell'industria delle batterie. Nonostante gli sforzi compiuti anche dagli Stati Uniti, il mercato è ancora dominato dai fornitori asiatici, con la Cina che detiene una quota di quasi l'80%. "Essendo la maggior parte dei nostri partner europei, speriamo di dare una spinta alla ricerca - dice ancora Mailley - Riteniamo che il rafforzamento del know-how e della cooperazione tra i Paesi dell'UE sia un asset fondamentale e strategico". Diversi impianti per la produzione di batterie sono in costruzione o in fase di progettazione all'interno dell'Unione Europea. "Ci sono molti progetti in corso in Francia, Spagna, Italia e nei Paesi nordici - afferma Giorgio Corbetta, direttore degli affari europei di Eurobat, l'associazione di categoria che rappresenta tutti i produttori europei di batterie -. È un'evoluzione molto interessante perché gli investitori stanno riconoscendo l'importanza che la produzione di batterie potrà avere nel mercato europeo". 

10 milioni di posti di lavoro nel mondo, uno in Europa. Le promesse del mercato

Un milione in Europa e 10 milioni nel mondo, i posti di lavoro che il mercato delle batterie dovrebbe creare entro il 2030. Sulla carta, una preziosa opportunità di rilancio anche per i paesi africani o dell’America Latina, da cui provengono cobalto e litio, le principali materie prime utilizzate. “Non vogliamo che la transizione verde si trasformi in un ‘neocolonialismo della sostenibilità’, in cui i paesi ricchi finiscano per trarre tutti i profitti delle materie prime - dice ancora Petersen -. I benefici che ne derivano devono essere equamente distribuiti nel mondo e andare anche ai loro paesi produttori, che in alcuni casi dipendono quasi del tutto da queste risorse”.

Non vogliamo che la transizione verde si trasformi in un ‘neocolonialismo della sostenibilità’, in cui i paesi ricchi finiscano per trarre tutti i profitti delle materie prime. I benefici devono essere equamente distribuiti e andare anche ai loro paesi produttori
Inga Petersen
Direttore esecutivo Global Battery Alliance

"Passaporto per tutti". Le raccomandazioni del regolamento UE sulle batterie

Una spinta significativa al mercato potrebbe venire anche dal regolamento UE sulle batterie, atteso per il prossimo anno. Tra le raccomandazioni previste del testo anche il "passaporto delle batterie", la cui entrata in vigore obbligatoria è prevista per il 2025-2026. La maturità tecnologica delle batterie allo stato solido suggerisce invece che la loro diffusione non avverrà prima del 2030.

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