Brasile, fu un tentativo di colpo di stato?

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A una settimana dall'assalto alle istituzioni sono sempre di più i cittadini convinti che si sia trattato di un tentato colpo di stato orchestrato dai fedelissimi dell'ex presidente di destra Jair Bolsonaro

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Una settimana dopo l'assalto degli edifici governativi di Brasilia, diviene via via più evidente il tentativo dell'estrema destra bolsonarista di compiere un vero e proprio colpo di stato ai danni del neo eletto presidente Inacio Lula da Silva.

Molti brasiliani come questa donna si dicono indignati dal comportamento delle forze di polizia della capitale federale, che non hanno opposto alcuna resistenza agli assalitori. Altri parlano della ferita inferta alla democrazia, qualcosa che non si era mai vista dalla fine della dittatura militare. "Io ho provato stupore per il delirio collettivo di tante persone spinte ad agire in modo assurdo facendogli credere di essere dei patriori. E invece è stato un crimine che deve essere punito come merita. Si devono punire anche chi lo ha programmato e finanziato, sono loro i veri colpevoli".

Oltre al governatore del Distretto Federale di Brasilia e a un ex ministro di Bolsonaro, formalmente accusati di complicità, le indagini ora puntano a individuare chi ha pianificato quello che somiglia molto a un tentativo di golpe. Per Leo Puglia, docente di sociologia e di storia, non ci sono dubbi: "È stato un tentativo di colpo di stato, e ora occorre sapere chi ci sia dietro". Per il docente il fallito assalto alle istituzioni ha finito per rafforzare la leadership democratica del presidente Lula. "Ora Lula è più forte di prima, perché rappresenta la difesa della democrazia davanti a una minaccia grave. Ma quello che è accaduto rivela l'esistenza di ampie fasce di estremisti che si richiamano a Bolsonaro e appaiono pronti ad azioni pericolosamente radicali. Possiamo aspettarci di tutto da queste frange di popolazione scollegate dalla realtà e iper radicalizzate".

In questi scenario il presidente Lula da Silva si trova davanti a un compito difficile, quello di far prevalere ler regole democratiche in un paese profondamente diviso. Inoltre, l'influenza dello sconfitto Bolsonaro su ampi settori dell'opinione pubblica, della politica e delle forze armate, non promette niente di buono. "Temo si tratti di una tendenza destinata a non diminuire. I discorsi di odio di una sola persona sono bastati a scatenare la violenza di decine di migliaia di brasiliani. L'idea convenzionale di democrazia che abbiamo condiviso finora è stata di fatto distrutta domenica scorsa".

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