Tommaso Nelli, autore del libro sul caso Orlandi 'Atto di Dolore', spiega ad Euronews dove bisogna andare a cercare per gettare luce sul mistero.
Molte piste seguite negli anni, ma nessuna verità.
La prima apertura ufficiale del caso Orlandi da parte della Santa Sede riaccende la luce sulla vicenda della giovane cittadina vaticana misteriosamente scomparsa a Roma quarant'anni fa, il 22 giugno del 1983.
Tanti gli "inaccettabili" interrogativi rimasti irrisolti secondo Tommaso Nelli, giornalista e autore del libro-inchiesta "Atto di dolore: il caso di Emanuela Orlandi". In una breve intervista per Euronews, ci ha spiegato come le inchieste abbiano finora trascurato il soggetto più importante: la vittima.
"Non bisogna andare sui grandi teoremi o sui grandi complotti. Bisogna partire da chi era Emanuela e poi allargare l’analisi alle sue cerchie sociali e ai mondi in cui viveva", spiega.
"Per esempio: insieme a lei, la sera in cui scomparve a quella fermata dell’autobus di Corso Rinascimento, di fronte al Senato, dove si persero le sue tracce, c’era una sua compagna della scuola di musica di Piazza Sant’Apollinare che non è mai stata identificata dagli inquirenti. E questo è gravissimo. Perché quella persona ha assistito agli ultimi attimi di Emanuela."
"Una sua ex compagna della scuola di musica mi ha inoltre raccontato come nell’ultimo periodo prima della scomparsa ci fosse un’auto scura, una macchina di un certo livello, che passava talvolta a prenderla. La macchina non era della famiglia, quindi chi la guidava? O chi la mandava a prendere Emanuela?".
Nelli fu il primo a rivelare quello che forse rimane il particolare più inquietante tra quelli non approfonditi finora:
"Una sua ex compagna di classe mi raccontò di una confidenza che le fece Emanuela. Le parlò di un alto ecclesiastico che durante una passeggiata nei giardini vaticani l’aveva infastidita pesantemente. Un episodio che turbò moltissimo Emanuela".
La testimonianza è poi stata ripresa nel recente e fortunato documentario Netflix "Vatican Girl".
"Poi ci sono altri particolari della vita di Emanuela che non sono stati esplorati", racconta Nelli.
"Io penso per esempio all’alto numero di ore di assenza da scuola che lei totalizzò nel secondo quadrimestre dell’anno scolastico 1982-83, al termine del quale poi scomparve. Settantuno ore di assenza in poco meno di quattro mesi."
"Credo che rispondendo un po’ a tutte queste domande si possa sapere moltissimo di quello che è successo a Emanuela, se non tutto".
Nel video, l'intervista integrale.