Il regime venezuelano dice di voler combattere i cartelli, ma in pochi ci credono

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Di Alberto De Filippis
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Operazione per riconquistare l'arco minero venezuelano, ma in pochi credono alla buona fede del regime

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L'esercito venezuelano interviene nello stato di Bolivar, la regione mineraria del paese. Ma è vera operazione per ristabilire l'ordine o semplice guerra di bande? È quello che si chiedono in molti dopoché il regime del presidente Nicolas Maduro ha inviato truppe nella regione detta dell'arco minero in preda a cartelli criminali che controllano molte miniere illegali che devastano l'ecosistema ad esempio del parco Yapacana.

Sono anni che la regione è devastata da criminali

I terreni sono devastati perché viene usata una grande quantità d'acqua potabile per estrarre oro, coltano o ferro. Quest'acqua però è piena di mercurio e la cosa devasta un ambiente considerato il polmone verde del pianeta, al confine con la Colombia. È in atto un vero e proprio ecocidio. Negli anni però, alti papaveri del regime chavista e generali delle forze armate venezuelane sono stati coinvolti in scandali o collaboravano con i cartelli. Chiudendo un occhio o con veri e propri partenariati.

Polmone del mondo, ma maltrattata da tutti

I cittadini del posto sono disperati. Un'attivista prochavista invece assicura. "L'industria miniera illegale ha contaminato i fiumi e provocato molte malattie. La presenza delle istituzioni ha riportato lo stato di diritto e stiamo lavorando per proteggere il territorio".

Affermazioni a cui però non credono le organizzazioni indipendenti per la difesa dell'ambiente e dei diritti umani.

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