Euromazzette: "Eva Kaili non c'entra niente, se la prendono con lei senza sapere"

L'ufficio di Strasburgo di Eva Kaili sotto sigilli
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L'avvocato greco dell'ex vicepresidente dell'eurocamera nega tutte le accuse per la sua assistita; dal compagno Giorgi, interrogato, mezze ammissioni

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Nello scandalo delle presunte mazzette del Qatar per ingraziarsi i favori dell'eurocamera nel contesto dei mondiali, l'ex europarlamentare Antonio Panzeri risulta al centro di un'indagine che ha portato al fermo di 6 persone, lui compreso, la scorsa settimana; tra queste Eva Kaili, vicepresidente dell'eurocamera sollevata da tutti gli incarichi, e il suo compagno nonché ex assistente di Panzeri, Francesco Giorgi. 

Michalis Dimitrakopoulos, l'avvocato di Eva Kaili, finora è stato l'unico legale a parlare con la stampa: "Il denaro trovato non ha nulla a che fare con la signora Kaili. Solo il suo partner può dare risposte su questi soldi. In questo momento la signora Kaili viene trasformata in un punching bag (sacco da boxe) da persone che non hanno alcuna idea del caso".

Secondo fonti giudiziarie del Belgio sarebbero stati trovati 150.000 euros nell'appartamento della coppia a Bruxelles, ma in tutto in contanti, nelle case di Kaili e Panzeri durante le perquisizioni, sono stati trovati 1,5 milioni di euro, compresa una banconota da 5 euro. 600 mila euro erano trasportati dal padre di Eva Kaili intercettato mentre usciva da un albergo lussuoso. Ad inchiodare Francesco Giorgi sarebbero proprio alcune conversazioni telefoniche intrattenute col suocero. 

I soldi delle mazzette emessi in Belgio, oggi l'udienza preliminare per 4 arrestati

Una notizia importante è uscita nelle ultime ore: una parte dei contanti trovati dalla polizia a casa di Antonio Panzeri e in quella di Eva Kaili oltre che nelle borse che aveva il padre dell'eurodeputata ellenica sono stati emessi in Belgio, si legge sul quotidiano belga L'Echo. Quest'aspetto potrebbe consentire un progresso ulteriore nelle indagini dato che conoscendo il luogo di emissione, sarà facile individuare la banca in cui sono state prelevate le mazzette, e quindi il conto corrente e l'identità della persona che ha effettuato il prelievo. 

Giorgi, interrogato a lungo, avrebbe confermato che la compagna non ha nulla a che vedere con lo scandalo e avrebbe parzialmente ammesso un sistema: "quelle Ong servono a far girare i soldi", avrebbe detto agli inquirenti. Oggi per lui, Panzeri, Giorgi e Niccolò Figà Talamanca, si tiene l'udienza preliminare. Quest'ultimo è il segretario della Ong che fu della galassia radicale No Peace Without Justice, specialista dei diritti umani, il suo fermo è stato confermato domenica come quelli di Kaili, Giorgi e Panzeri. 

Fight Impunity, un ruolo chiave nell'indagine?

Il riferimento è alla Ong Fight Impunity fondata da Panzeri nel 2019. Anche il sindacalista Luca Visentini, fermato nell'ambito del Qatargate e rilasciato dopo 48 ore, ha detto di non avere colpe ma di essere finito in questa storia solo perché ha avuto rapporti con la Ong, per aver partecipato ad alcuni suoi eventi culturali. Si dice "Sicuro di non aver mai fatto nulla di sbagliato", in un'intervista alla Stampa, aggiunge di essere finito nel ciclone per i rapporti con Fight Impunity che, tuttavia, sembrava un'ente di specchiata onorabilità. Pronto a dimettersi temporaneamente dal sindacato internazionale che rappresenta, Ituc, Visentini si dice "sconvolto da quella che è stata la più brutta esperienza della mia vita".

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