Ue: accordo per una "tassa sul carbone" sulle merci importate prodotte inquinando

Emissioni dannose
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Il balzello è teso ad evitare il dumping e la delocalizzazione delle produzioni e ad incentivare Paesi terzi ad adottare standard di produzione verdi

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A Bruxelles è stato trovato un accordo per una tasse carbone da imporre alle frontiere per le merci, prodotte inquinando, in ingresso nell'Unione europea. Si tratta prevalentemente di prodotti in acciaio, cemento, alluminio, plastica. La tassa punta ad evitare il dumping, cioè minori costi di produzione in Paesi stranieri, e a spingere Paesi terzi ad applicare standard di produzione europei, verdi. Il dispositivo si chiama Carbon Border Adjustment Mechanism – CBAM.

In pratica, l'importatore dovrà dichiarare le emissioni legate al processo produttivo e se queste superano lo standard europeo, acquisire un "certificato di emissione" al prezzo della CO2 in Ue. Se esiste una tassa carbone nel Paese esportatore, pagherà solo la differenza. La norma punta pure ad evitare la delocalizzazione della produzione.

L'accordo è di massima, in settimana ci sarà una seconda fase, di negoziati; entrerà in vigore con una fase di test a ottobre 2023. In un secondo round di negoziati verrà decisa l'effettiva  applicazione della tassa, probabilmente dal 2026.

L'accordo è "una prima mondiale"

 "L'accordo raggiunto è una prima mondiale" di cui "possiamo andare fieri". Così il presidente della commissione ambiente dell'auroparlamento Pascal Canfin (Francia, Renew). "Garantiremo un trattamento equo tra le nostre aziende, che pagano un prezzo del carbonio in Europa, e i loro concorrenti stranieri che non lo fanno, facendo di più per il clima e proteggendo le nostre aziende e i posti di lavoro".

L'accordo europeo sulla carbon border tax "va nella direzione da noi indicata ci permette di individuare una strada per tutelare meglio il prodotto siderurgico realizzato in Europa e quindi anche gli stabilimenti siderurgici italiani a Taranto a Piombino". Lo dichiara il ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, a margine dell'assemblea annuale di Confesercenti.

In Europa esiste una carbon tax in 19 Paesi. Le tassa sulle emissioni di carbonio colpisce le imprese ed ha dei costi stabiliti dalle singole capitali, molto variabili. La Finlandia ha introdotto la tassa già nel 1990 ed ora si attesta a 62 euro per ogni tonnellata emessa di CO2. Tassi più bassi si applicano in Polonia (€0,07), Ucraina (€0,25) ed Estonia (€2). Alla Svezia spetta il primato della più alta aliquota di carbon tax (€116,33 per tonnellata di emissioni), seguita da Svizzera, Liechtenstein (€85,76).

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