Cinque momenti del 2022 che ti sei perso

Un soldato armeno spara durante i combattimenti contro le forze dell'Azerbaigian nel Nagorno-Karabakh.
Un soldato armeno spara durante i combattimenti contro le forze dell'Azerbaigian nel Nagorno-Karabakh. Diritti d'autore AP/Press office of Armenian Defense Ministry PAN Photo
Diritti d'autore AP/Press office of Armenian Defense Ministry PAN Photo
Di Ilaria Federico
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In quest’articolo, vi proponiamo cinque notizie importanti di questo 2022 passate inosservate

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La guerra in Ucraina è stata certamente la protagonista della scena mediatica del 2022. L’inflazione in crescita, la crisi energetica e la recrudescenza pandemica sono stati gli altri eventi cruciali che hanno marcato quest’anno. Altri fatti altrettanto importanti che hanno cambiato l'assetto geopolitico mondiale non hanno, però, ottenuto la stessa attenzione. 

Vi proponiamo cinque notizie passate inosservate di questo 2022 che stiamo per lasciarci alle spalle:

• Il ritiro delle truppe occidentali dal Mali

• Colpo di Stato nel Burkina Faso

• Armenia – Azerbaigian: la guerra dimenticata

• Afghanistan, un anno dopo

• Crisi politica ed economica in Sri Lanka

Ilaria Federico
Mappa con Mali, Burkina Faso, Armenia, Afghanistan e Sri Lanka.Ilaria Federico

Il ritiro delle truppe occidentali dal Mali

Il 9 novembre, il presidente francese Emmanuel Macron ha ufficializzato la fine dell’operazione Barkhane, un'operazione militare condotta con l’aiuto di truppe alleate che mirava a lottare contro i jihadisti in tutta la regione del Sahel. La missione era stata lanciata nel 2014 e contava più di 5100 soldati francesi. L’instabilità politica instauratasi nel Paese in seguito a due colpi di Stato a distanza di meno di due anni (agosto 2020 e maggio 2021) ha causato il cambiamento della strategia militare francese. E anche di quella tedesca. Il governo tedesco, infatti, ha annunciato il 22 novembre il ritiro delle sue truppe dalla missione Minusma, la missione delle Nazioni Unite di mantenimento della pace nel Mali. Un sentimento antioccidentale si sarebbe diffuso nel Paese, frutto probabilmente di una campagna di comunicazione manipolativa attuata dal gruppo paramilitare russo Wagner, presente nel Mali dalla fine del 2021 per aiutare i soldati locali a lottare contro i jihadisti. Secondo Amnesty International, 470 abitanti del villaggio di Moura, nel centro del Paese, sono stati massacrati dall'esercito maliano e dai mercenari Wagner quest’anno.

Harouna Traore/AP
In questa foto del 18 ottobre 2012, un uomo porta un cartello con scritto "No ai soldati distruttivi di ECOWAS" .Harouna Traore/AP

Colpo di Stato nel Burkina Faso

Il 30 settembre 2022, il colonnello Damiba, in quel momento al potere nel Burkina Faso, è stato rovesciato con un putsch guidato dal capitano Traoré. Damiba aveva instaurato un regime di transizione nel gennaio 2022, dopo un altro colpo di Stato. Era criticato da tempo per la sua mancanza di risultati nella lotta contro i jihadisti, ma anche per il suo atteggiamento giudicato troppo conciliante con il clan del tanto detestato ex presidente Compaoré, l’assassino dell’icona burkinabé Thomas Sankara.

AP/AP
I militari dell'esercito del Burkina Faso hanno preso il controllo della televisione di Stato, dichiarando che Damiba era stato rovesciato dopo soli nove mesi al potere.AP/AP

Armenia – Azerbaigian: la guerra dimenticata

Nelle prime ore di martedì 13 settembre, nel territorio del Nagorno-Karabakh sono riprese le ostilità tra l'Armenia e l'Azerbaigian, la più grave ondata di violenza dal 2020. Entrambe le parti hanno accusato l’altra di aver innescato lo scontro militare. Le vittime sono state almeno 100.

L’enclave del Nagorno-Karabakh, popolata principalmente da armeni, ha dichiarato la propria indipendenza dall’Azerbaigian nel settembre del 1991, dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica. Il mancato riconoscimento della sua indipendenza da parte dell’Azerbaigian ha innescato un conflitto militare che ha causato circa 30 000 morti e un milione di sfollati. La guerra Armenia-Azerbaigian vede confrontarsi due grandi potenze: La Russia, che sostiene l’Armenia, e la Turchia, alleata dell’Azerbaigian.

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In questa immagine tratta da un video, i militari portano una bara del militare azero Shamistan Sadykhov ucciso al confine tra Azerbaigian e Armenia, durante il suo funerale.AP/Copyright 2021 The AP. All rights reserved

Afghanistan, un anno dopo

Un anno dopo il ritiro delle truppe americane, l'Afghanistan vive il collasso dell’economia e una severa crisi umanitaria. Il regime talebano non è sostanzialmente cambiato rispetto a quello del 1996-2001, come lo dimostrano le restrizioni imposte alla società civile e la segregazione delle donne.

I talebani avevano promesso che il 24 marzo di quest'anno le ragazze avrebbero potuto frequentare la scuola secondaria. Ma la decisione è stata revocata. Le donne possono uscire solo se accompagnate da un uomo e con il capo coperto. Chi non rispetta le regole è punito con fustigazioni pubbliche. A metà novembre, dodici persone sono state state frustate davanti a centinaia di spettatori in uno stadio di calcio nell'Afghanistan orientale, nella provincia di Logar. Le vittime sono state ritenute colpevoli di "crimini morali", tra cui adulterio, rapina e rapporti sessuali omosessuali.

Mercoledì 7 dicembre, le autorità talebane hanno giustiziato un afghano condannato per l'omicidio di un altro uomo, la prima esecuzione pubblica dalla loro presa del potere in agosto 2021.

Ebrahim Noroozi/Copyright 2022 The AP. All rights reserved.
Mahtab, una studentessa sciita di 8 anni, posa per una foto nella sua classe nella scuola Abdul Rahim Shaheed di Kabul, Afghanistan, il 23 aprile 2022.Ebrahim Noroozi/Copyright 2022 The AP. All rights reserved.

Crisi politica ed economica in Sri Lanka

Nel marzo 2022, delle proteste di massa hanno destabilizzato il governo dello Sri Lanka, criticato per la cattiva gestione dell'economia. L’inflazione aveva raggiunto il 17,5% a marzo. Blackout quotidiani, la carenza di carburante e di altri beni essenziali hanno aggiunto benzina sul fuoco. Il presidente Gotabaya Rajapaksa, il 9 luglio, è stato costretto a fuggire dal suo palazzo di Colombo, assalito da centinaia di manifestanti. Lo Sri Lanka ha annunciato default sul debito estero ad aprile, un debito che si aggirava intorno ai 51 miliardi di dollari, ( che va oltre il 60% del Pil). Il paese di 22 milioni di abitanti ha contratto pesanti debiti con il Giappone e la Cina. Il 15 luglio, il presidente Gotabaya Rajapaksa ha dato le proprie dimissioni e Ranil Wickremesinghe è stato ufficialmente nominato presidente ad interim. L’8 novembre il team dell’Onu in Sri Lanka, in cooperazione con delle Ong, ha stabilito un piano di aiuti per 3,4 milioni di persone. L’inflazione alimentare è stata superiore all'85% ad ottobre.

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I manifestanti hanno invaso la residenza ufficiale del presidente Gotabaya Rajapaksa a Colombo, Sri Lanka, l'11 luglio 2022.Rafiq Maqbool/Copyright 2022 The AP. All rights reserved
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