196 Paesi si riuniscono per la COP15 sulla biodiversità

Cerimonia di apertura della Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità Montreal.
Cerimonia di apertura della Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità Montreal. Diritti d'autore Paul Chiasson/AP
Di Ilaria Federico
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Si apre oggi il summit promosso dalle Nazioni Unite per proteggere e ripristinare gli ecosistemi della Terra.

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Inizia oggi la COP15 sulla biodiversità. Fino al 19 dicembre, i 196 paesi firmatari della Convezione sulla diversità biologica, un trattato del 1992 promosso dalle Nazioni Unite, si riuniscono a Montréal per stabilire un piano d'azione comune per ripristinare e proteggere gli ecosistemi degradati.

Lo stato dei nostri ecosistemi

Secondo l'ultimo rapporto del World Wide Fund for Nature (WWF), gli animali selvatici sono diminuiti del 69% dal 1970. E secondo un recente studio della piattaforma intergovernativa di politica scientifica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES), un milione di specie è minacciato di estinzione e il 75% degli spazi naturali è alterato dalle attività umane.

Il programma "30 by 30"

La direttrice del polo di tutela della biodiversità del WWF, Jen Hacking, spiega che pianificare obiettivi comuni tra le nazioni è importante per prevenire una sesta estinzione di massa. "Tutelare i diversi ecosistemi che abbiamo in natura è essenziale. Il nostro obiettivo è quello di proteggere il 30% di tutti gli oceani, dell'acqua dolce e della terraferma entro il 2030. Mancano solo otto anni. È un obiettivo ambizioso."

Questo programma, noto come il "30 by 30", consiste nel tutelare legalmente una rete globale di zone protette (il 30% della terra e della superficie oceanica) e sarà al centro dei dibattiti della COP15. Questo progetto è stato proposto in un articolo apparso nel 2019 nella rivista scientifica Science Advances ed è stato in seguito adottato da più di 100 paesi. 

Le sfide della COP15

Jen Hacking sostiene, inoltre, che questa COP15 dovrebbe essere un'occasione di riflessione sulle nostre abitudini di consumo e che i rappresentanti dei Paesi che partecipano alla conferenza dovrebbero sensibilizzare la popolazione sul tema dello spreco. "Dovremmo ridurre lo spreco di cibo: compriamo troppo? buttiamo via troppo? I ristoranti gettano troppo cibo. Sappiamo che potremmo ridurre i nostri sprechi della metà. Come queste azioni possono salvare un elefante in Africa? Se riducessimo gli sprechi, eviteremmo di deforestare un altro ettaro di terra per produrre olio di palma."

Le sfide della conferenza sulla biodiversità sono molteplici. 

La ripartizione dei benefici sarà una delle questioni spinose. Oggi, le sequenze genetiche di alcune specie provenienti da Paesi poveri sono utilizzate da aziende occidentali per produrre farmaci, cosmetici e altri prodotti. L'obiettivo dei negoziati è quello di trovare un modo per condividere i dati ottenuti con i Paesi che non dispongono delle risorse adeguate per condurre tali ricerche.

Il tema dei finanziamenti sarà, come lo è stato durante la COP27 sul clima, un altro punto cruciale dei negoziati. Si tratta di aiutare i Paesi in via di sviluppo con degli incentivi annui perchè siano in grado di fare la loro parte della protezione della biodiversità. Al momento, si parla di un possibile pacchetto di 200 miliardi di dollari all'anno. 

Tra le altre sfide: ridurre i sussidi dannosi alla pesca e all'agricoltura, la lotta contro le specie invasive e la riduzione dei pesticidi.

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