Price cap: 60 dollari al barile di greggio russo

Petroliera al molo
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Bloccando ad un massimo di 60 dollari al barile il petrolio russo da esportazione verso paesi terzi l'Europa cerca di fiaccare ancora di più l'economia del Cremlino

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L’Unione Europea impone un prezzo non superiore ai 60 dollari per il greggio russo trasporato da compagnie occidentali verso paesi terzi , il cosiddetto price cap, deciso  ad ottobre riguarda il petrolio che la Russia venderà via mare ai paesi esterni all’Unione. Lo scopo resta quello di strangolare l'economia russa e quindi fiaccare lo sforzo bellico in Ucraina.

Un accordo non semplice

Il raggiungimento di un accordo sul tetto al prezzo del petrolio è stato annunciato su Twitter dalla presidenza di turno del Consiglio dell’Unione Europea, l’organo in cui siedono tutti i governi dell’Unione, che da luglio spetta alla Repubblica Ceca. La Polonia si era inizialmente opposta chiedendo un tetto di 30 euro al barile ma poi è rinetrata nei ranghi.

La nuova sanzione

Il  price cap si aggiunge quindi alle altre sanzioni che gravano su Mosca a partire dal blocco delle importazioni di petrolio russo all’interno dell’Unione Europea (quelle via mare, quindi circa due terzi del totale), che scatta il 5 dicembre.

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