Svelata la "fake news" dell'Ambasciata russa a Roma, ci saranno ripercussioni diplomatiche tra i due Paesi? Del resto, peggio di così...
Un colpo di propaganda, peraltro imprecisa, è andato a vuoto.
Ha tentato di metterlo a segno Sergej Razov, ambasciatore russo in Italia.
Sul profilo Twitter dell'Ambasciata di Russia a Roma, ha pubblicato la foto di un blindato colpito e distrutto da un missile russo vicino a Bakhmut, in Ucraina.
Il mezzo sarebbe stato identificato come un Iveco Lince MLV, con blindatura anti-mine, regalato dall'Italia all'Ucraina nei mesi scorsi.
Nella didascalia del tweet, in un italiano non proprio cristallino, si legge: "Tutti i contribuenti italiani sono felici con tale destinazione dei loro soldi?"
Il sito Open, però, indaga: e scopre l'errore. Anzi, per meglio dire: la fake news.
Il blindato nella foto è un altro modello, il Tekne MLS, sempre "made in Italy", ma non regalato all'Ucraina, bensì regolarmente acquistato e pagato dal governo ucraino dall'ex presidente Petro Poroshenko alla Tekne, azienda metalmeccanica di Ortona, in provincia di Chieti.
Quindi? Si tratta di una bufala?
Proprio cosi. E ne stanno parlando (e scrivendo) tutti.
Perchè persino l'unica fonte dell'Ambasciata russa, un profilo di Telegram, smentisce che il blindato sia un Lince e conferma che si tratta di un Tekne.
L'imprecisa propaganda russa è servita.
Svelata la "fake news" dell'Ambasciata russa a Roma, ci saranno ripercussioni diplomatiche tra i due Paesi? Del resto, peggio di così...