Scozia: duro colpo per i nazionalisti, la Corte Suprema dice "No" al referendum

La delusione della premier scozzese Nicola Sturgeon, che vuole essere "più forte per la Scozia". (Edimburgo, 23.11.2022)
La delusione della premier scozzese Nicola Sturgeon, che vuole essere "più forte per la Scozia". (Edimburgo, 23.11.2022) Diritti d'autore Jane Barlow/PA
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La premier scozzese, Nicola Sturgeon, assicura il rispetto della decisione, pur critica nei confronti di Londra e rimarcando il prosieguo della lotta per ottenerlo. A cominciare dalle prossime elezioni

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Un duro colpo per i nazionalisti scozzesi: l****a Corte Suprema del Regno Unito ha stabilito che il governo di Edimburgo non ha il diritto di indire un referendum sull'indipendenza senza il consenso di Westminster. 
La richiesta di un nuovo referendum - secondo la Corte Suprema - dev'essere necessariamente approvata dal Parlamento britannico. 

Uno "Scotland Act"... poco scozzese

La premier scozzese, Nicola Sturgeon, aveva sostenuto che la sua amministrazione potesse mettere in piedi un referendum, dopo l'ampia maggioranza ottenuta dallo Scottish National Party in Parlamento.

A giugno, annunciando l'intenzione di un nuovo referendum sull'indipendenza della Scozia, la prima ministra Sturgeon aveva chiesto che il governo britannico attivasse la clausola prevista dall'articolo 30 dello "Scotland Act" del 1998 - legge che ha trasferito molti poteri dal governo centrale al governo scozzese - e che prevede una "temporanea cessione di sovranità" dal Parlamento di Londra a quello di Edimburgo. Ma, come previsto, il governo britannico ha rifiutato di attivare la clausola, rimandando ogni decisione alla Corte Suprema. 

Il 18 settembre 2014, oltre 8 anni fa, si svolse il referendum sull'indipendenza o meno della Scozia, attraverso la separazione dal Regno Unito. Il referendum vide la vittoria dei "No" con il 55.30%. contro il 44,70% dei "Sì".

In un tweet, Nicola Sturgeon ha assicurato il rispetto della decisione della Corte Suprema, pur critica nei confronti di Londra e rimarcando il prosieguo della lotta per ottenere il "Sì" al referendum.

Alberto Pezzali/Copyright 2022 The AP. All rights reserved
AP PhotoAlberto Pezzali/Copyright 2022 The AP. All rights reserved

Per la leader del Partito Nazionalista Scozzese, la decisione "chiude un percorso affinché la voce della Scozia sull'indipendenza possa essere ascoltata, ma in una democrazia la voce scozzese non può e non sarà messa a tacere". 

"Dobbiamo, e lo faremo, trovare un altro mezzo democratico, legale e costituzionale attraverso il quale il popolo scozzese possa esprimere la propria volontà. A mio avviso, può essere solo un'elezione. Le prossime elezioni nazionali previste per la Scozia sono, ovviamente, le elezioni generali nel Regno Unito, rendendole sia la prima che la più ovvia opportunità per cercare quello che ho descritto a giugno come un referendum de facto".
Nicola Sturgeon, parlando a Edimburgo, dopo la decisione della Corte Suprema
52 anni, Primo Ministro scozzese (dal novembre 2014)

Sunak: "Lavoriamo insieme"

Il primo ministro britannico, il conservatore Rishi Sunak, ha risposto ad una domanda di Ian Blackford, capogruppo degli indipendentisti scozzesi dell'SNP (Scottish National Party), che ha affermato: "La democrazia non sarà negata", nonostante la sentenza dei giudici. 
Blackford ha poi usato parole ancora più dure: "L'idea stessa che il Regno Unito sia un'unione volontaria di nazioni è morta e sepolta".

Sunak ha replicato sottolineando l'importanza di "lavorare insieme" con il governo scozzese guidato dalla leader dell'SNP, Nicola Sturgeon, su una serie di questioni: dall'economia alla guerra in Ucraina. 

"Penso che il popolo scozzese voglia che lavoriamo per risolvere le principali sfide che affrontiamo collettivamente, che si tratti dell'economia, del sostegno al Servizio Sanitario nazionale o addirittura del sostegno all'Ucraina.
Ora è il momento per i politici di lavorare insieme e questo è quello che farà questo governo”.
Rishi Sunak
42 anni, Premier britannico (dal 25 ottobre 2022)
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