Dopo il forte terremoto di lunedì. i soccorritori sono sempre al lavoro per cercare i dispersi. Numerosi i bambini e i giovani rimasti intrappolati sotto le macerie degli edifici scolastici
Ore interminabili per soccorritori e volontari. Centinaia di persone sono al lavoro, senza sosta, per recuperare i corpi senza vita delle vittime del forte terremoto che lunedì ha devastato l’Indonesia e diverse zone dell'isola di Giava.
Migliaia di case e scuole sono state distrutte, con danni anche a ospedali e moschee. Numerose le persone sono rimaste intrappolate a causa del crollo di edifici. Secondo "Save the Children", presente da tempo nella regione, tra le vittime ci sarebbero numerosi bambini. Il terremoto ha danneggiato oltre 80 edifici scolastici. Decine i piccoli dispersi sotto le macerie.
Mentre i parenti delle vittime hanno iniziato a seppellire i loro cari c’è chi non riesce ad darsi pace. La priorità resta la ricerca di coloro che sono ancora intrappolati ma in tutta l’isola è emergenza aiuti. C’è bisogno di cibo, acqua e rifugi temporanei. Le agenzie umanitarie stanno distribuendo kit per l’igiene e medicinali alle famiglie.
Intanto l'ultimo bilancio del sisma parla di oltre 260 morti e 150 dispersi. Un bilancio che purtroppo è destinato a salire, fanno sapere le autorità locali. In molte zone manca la corrente elettrica, e ci sono difficoltà nei collegamenti stradali. Si teme anche il pericolo di frane e valanghe lungo le strade devastate dal sisma.
L'amministrazione della città di Cianjur, epicentro del sisma, ha annunciato che oltre a centinaia di morti ci sono oltre 300 feriti e una trentina di dispersi. Il terremoto è stato sentito anche a Giacarta, 100 chilometri a nord-ovest.