Niente birra negli stadi: mondiali in Qatar a secco

Il divieto di vendita negli stadi durante il mondiale in Qatar infligge un duro colpo a Budweiser
Il divieto di vendita negli stadi durante il mondiale in Qatar infligge un duro colpo a Budweiser Diritti d'autore AP Photo/Hassan Ammar
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Di Gianluca Martucci
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Vince la linea ultraconservatrice anche negli impianti sportivi: fuori un mezzo litro costerà 13 euro

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A soli due giorni dall'inizio del mondiale il Qatar decide di tenere la birra e le altre bevande alcoliche fuori dagli stadi. Solo pochi mesi fa il governo di Doha aveva raggiunto con la Fifa (la Federazione internazionale di calcio) un compromesso che preservava in parte la politica ultraconservatrice che regola il consumo l'uso di alcol nell'emirato. L'intesa però aveva tenuto sospesa a un filo Budweiser, lo sponsor della Federazione, peroccupata sin dal momento in cui il Qatar è stato selezionato come Paese ospitante.

Negli otto stadi che ospiteranno le 64 partite della kermesse sportiva i tifosi dovranno accontentarsi delle bevande analcoliche. La vendita di birra sarà confinata nella zona ufficiale dei tifosi Fifa, dove 40 mila tifosi potranno seguire le partite grazie ai maxi-schermi allestiti. Mezzo litro di birra costerà 13 euro, poco meno di quanto bisogna pagare nei bar e negli hotel di lusso dove è limitata la vendita di alcolici nel Paese.

La Fifa ha tentato fino all'ultimo di mediare con il governo qatariota. Il danno per Budweiser è notevole. L'azienda paga decine di milioni di dollari a ogni edizione della Coppa del Mondo per i diritti esclusivi di vendita della birra e aveva già spedito la maggior parte delle sue scorte dalla Gran Bretagna al Qatar in attesa di vendere il suo prodotto a milioni di tifosi. Sebbene le vendite effettive al torneo non rappresentino una percentuale significativa delle entrate dell'azienda, i Mondiali rappresentano comunque un'importante opportunità di per la società di diffondere il proprio marchio.

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