Birol: "Sarà un inverno difficile, ma la Russia perderà la battaglia energetica"

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Il direttore dell'Agenzia internazionale per l'energia ospite di The Global Conversation: "L'inverno 2023-2024 potrebbe essere anche più difficile di questo, ma tra dieci anni vedremo il 2022 come l'anno in cui la transizione verso l'energia pulita ha accelerato ancora di più in tutto il mondo"

Fatih Birol è il direttore dell'Agenzia Internazionale dell'Energia, organizzazione che supervisiona i principali sviluppi in materia di energia in tutto il mondo. Birol ha concesso un'intervista ad Euronews per The Globlal Conversation. Qual è la sua opinione sulla crisi energetica in Europa?

Siamo nel bel mezzo della prima vera crisi energetica globale. Il nostro mondo non ha mai assistito a una crisi energetica così profonda e complessa. Il motivo è molto semplice. La Russia, il Paese che ha invaso l'Ucraina, è il più grande esportatore di energia del mondo. E questa invasione della Russia ha scatenato una grande crisi energetica. L'Europa ne è l'epicentro, perché gran parte dell'energia europea proviene dalla Russia. L'errore dell'Europa è che per anni, per decenni, ha fatto così tanto affidamento sull'energia russa. Un unico Paese. Il risultato è che stiamo attraversando tempi difficili in Europa. Credo che questo sarà un periodo di difficoltà per la nostra economia e per l'energia. E questo avrà implicazioni anche per la nostra vita sociale.

Quali sono le sue previsioni per questo inverno? Come lo supereremo?

Penso che questo inverno possa essere superato, se non sarà troppo lungo e freddo. E se non ci saranno grosse sorprese, come l'esplosione di un oleodotto o un incendio. A meno che non si verifichino sorprese inaspettate, potremo superare questo inverno con qualche piccolo problema economico e sociale qua e là, ma arriveremo a febbraio e marzo senza grossi problemi. Perché siamo riusciti, grazie alle politiche dei governi europei, a immagazzinare molto gas naturale nei nostri depositi. Lo useremo quest'inverno. Ma il prossimo inverno sarà forse ancora più difficile di questo: quando arriveremo a febbraio e marzo del prossimo anno, come faremo a riempire di nuovo il nostro stoccaggio di gas? È una domanda importante, perché le condizioni dei mercati non saranno facili.

Come sostituiremo il gas mancante? C'è una sufficiente quantità di GNL per sostituire questo gas?

L'anno prossimo la Cina potrebbe tornare a crescere, l'economia potrebbe riprendersi e noi non riceveremmo il gas russo. Inoltre, la cattiva notizia è che l'anno prossimo la quantità di GNL e di gas che arriverà sui mercati è molto, molto limitata. Quindi, mettendo insieme questi tre elementi, non arriverà più gas russo in Europa. Anche la Cina potrebbe aver bisogno di molto gas dai mercati globali e la scarsità di nuova capacità di gas proveniente dagli Stati Uniti e da altri paesi significa che la situazione sarà molto difficile per l'Europa e per il resto del mondo.

Quindi dobbiamo abituarci a prezzi dell'energia elevati nel lungo periodo?

Penso che nei prossimi anni dovremo essere pronti ad affrontare prezzi energetici elevati e volatili e dovremo trovare delle soluzioni. Ma ad essere sinceri, questo inverno sarà difficile e il prossimo potrebbe essere ancora più duro.

Il Consiglio europeo vorrebbe introdurre una sorta di tetto flessibile ai prezzi del gas. Pensa che questa misura sarebbe d'aiuto?

Uno dei motivi per l'Europa ha avuto successo quest'anno è che abbiamo pagato di più rispetto agli altri acquirenti e abbiamo potuto ottenere il GNL. Se mettiamo un tetto di prezzo troppo basso, il nostro potere competitivo sarà molto minore. Pertanto, sarebbe una buona idea fissare un tetto massimo di prezzo che sia sufficientemente buono per competere con gli altri acquirenti, ma che allo stesso tempo protegga i consumatori.

C'è anche un'altra idea: un meccanismo di acquisto comune su piccola scala. Cosa ne pensa?

Penso che sia un'idea molto buona. Se i Paesi europei si uniscono sono più forti, emergono come acquirenti forti. Questo li aiuterà a superare la concorrenza di altri acquirenti di GNL.

Quale sarà la posizione della Russia nei mercati petroliferi in futuro?

La Russia perderà questa battaglia energetica per il seguente motivo. Poco prima dell'invasione, circa il 75% delle esportazioni totali di gas russo era destinato all'Europa e il 55% delle esportazioni di petrolio russo era destinato all'Europa. L'Europa era di gran lunga il mercato più grande, il principale cliente della Russia. E la Russia ha perso per sempre il suo cliente principale.

I russi dicono di poter vendere il loro gas all'Asia, alla Cina.

Non è facile. Con i gasdotti che arrivano in Europa non si può fare marcia indietro in fretta e costruire solo gasdotti per la Cina o l'India. Nel caso più ottimistico ci vorranno dieci anni per costruire questi gasdotti. Per arrivare in queste aree occorrono molte nuove tecnologie, finanziamenti e così via. Non è come vendere verdura al mercato. Vendere gas naturale è un'attività diversa. A mio avviso, nel breve termine per la Russia è una chimera sostituire le esportazioni di gas naturale verso l'Europa.

L'Europa e la Russia stanno perdendo in questa crisi: chi sta vincendo?

Direi che l'Europa e il resto del mondo stanno sicuramente attraversando un momento molto difficile. Ma non dobbiamo dimenticare che molti Paesi del mondo e molti governi stanno dando risposte forti a questa crisi. In Europa abbiamo REpower EU, un programma importante, che mette a disposizione molti soldi per accelerare la transizione energetica: parlo di eolico onshore ed eolico offshore, pompe di calore, idrogeno. Non si tratta di dichiarazioni o strategie, ma di denaro sul tavolo: per il solare, l'eolico, il nucleare, le auto elettriche. Arriveranno tra qualche anno. Credo che questa crisi possa rappresentare un punto di svolta nella storia per l'accelerazione della transizione energetica. Attraverseremo alcuni anni difficili, ma alla fine, tra dieci anni, quando ci guarderemo indietro, vedremo il 2022 come l'anno in cui la transizione verso l'energia pulita ha accelerato ancora di più in tutto il mondo.

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