Caro energia: c'è l'accordo europeo, ma senza troppi dettagli

L'annuncio arrivato nella notte dal Presidente del consiglio europeo, Charles Michel: "Abbiamo un accordo sull'energia"
L'annuncio arrivato nella notte dal Presidente del consiglio europeo, Charles Michel: "Abbiamo un accordo sull'energia" Diritti d'autore Geert Vanden Wijngaert/Copyright 2022 The AP. All rights reserved
Di Vincenzo GenoveseEuronews
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Acquisti congiunti di gas a livello europeo peralmeno il 15%, due tetti ai prezzi e un nuovo mercato di riferimento tra le misure su cui lavorare. Ma il testo dell'intesa resta vago e lascia ampio margine di definizione delle iniziative

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Dopo una lunga giornata di trattative, alle due di notte è arrivato l'accordo fra i Capi di Stato e di governo europei a mettere in atto misure urgenti per contenere il prezzo del gas

L'annuncio del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, parla di "forte e unanime impegno ad agire congiuntamente per raggiungere tre obiettivi: prezzi più contenuti, garanzie alla continuità delle forniture e proseguimento del lavoro per ridurre la domanda".

"È un accordo estremamente importante con effetto immediato poiché nelle ultime ore abbiamo assistito a un calo significativo dei prezzi del gas", ha detto in conferenza stampa Michel. Ma si tratta in realtà di una serie di misure ancora piuttosto vaghe, i cui dettagli dovranno essere definiti dai ministri dell'Energia dei rispettivi Paesi.

Le misure dell'accordo

Sono nove le singole misure su cui leader nazionali chiedono ai propri ministri e alla Commissione di lavorare, lasciando dunque ampio margine di manovra ed evitando di fornire dettagli troppo specifici. A queste vanno aggiunti due "inviti" da parte del Consiglio europeo, armi su cui puntare nel futuro: l'aumento degli investimenti nell'efficienza energetica, le infrastrutture e le tecnologie rinnovabili e la riforma strutturale del mercato dell'elettricità, su cui la Commissione deve "velocizzare il lavoro".

Acquisti congiunti di gas per almeno il 15%

La prima, e probabilmente la più consensuale delle misura, riguardaacquisti congiunti di gas a livello europeo: saranno effattuati su base volontaria, ma a partire da una soglia minima obbligatoria del 15%. Si è inoltre chiesto di accelerare i negoziati con paesi produttori "affidabili" come Norvegia e Stati Uniti, per "sfruttare il peso economico" dell'Unione piuttosto che competere come singoli Stati sul mercato mondiale. 

Un nuovo mercato per il gas

Un'altra iniziativa è quella di istituire, entro l'inizio del 2023, un nuovo mercato di riferimento per le contrattazioni del gas naturale liquefatto, che attualmente avvengono insieme a quelle relative al gas trasportato via tubo al Title Transfer Facility (TTF) di Amsterdam. In questo modo, si dovrebbero mantenere le quotazioni separate ed eventuali riduzioni delle forniture via gasdotto dovrebbero influire meno sui prezzi.

La tempistica per l'attuazione: Macron ottimista, Scholz frena

Ursula von der Leyenha parlato di "ottima road map", mentre sulla tempistica si è espresso il presidente francese Emmanuel Macron, ipotizzando un'attuazione delle misure già a partire da fine ottobre, inizio novembre. Più cauto il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ha messo in guardia dalla possibile necessità di un nuovo vertice, qualora i Ministri europei dell'energia non si accordassero su una versione finale del testo.

Tetti e critiche

Poi ci sono i due "tetti": quello al prezzo del gas, fortemente richiesto dall'Italia, si traduce nelle conclusioni del Consiglio in un "corridoio di prezzi temporaneo e dinamico" sulle transazioni di gas naturale, per "limitare i prezzi eccessivi". 

Su questo punto restano tuttavia pronunciate le divisioni: Germania e Paesi Bassi hanno accettato questa formulazione piuttosto generica dopo una prolungata resistenza.

Il timore espresso dal premier olandese Mark Rutte è che un tetto troppo basso  faccia scappare i fornitori: "Tutti vogliono che il prezzo del gas scenda. Dobbiamo però assicurarci che le importazioni  continuino ad arrivare". 

Simile la posizione del premier ungherese Viktor Orbán, che  condivide il timore di privare l'Europa delle forniture necessarie. "Sarebbe come andare al bar e dire che si vuole pagare la birra a metà prezzo", ha detto. Resta ancora molto lavoro da fare sul tema, come riconosciuto il primo ministro belga Alexander De Croo.

Anche il secondo cap è "temporaneo": serve a limitare il prezzo del solo gas utilizzato per produrre energia elettrica, in un modello già sperimentato per Spagna e Portogallo e per questo chiamato "eccezione iberica".

 Pur con qualche riserva, alla fine, ha ceduto anche la Germania. "In un mercato globale non credo che possiamo determinare unilateralmente il prezzo. L'unica cosa che possiamo fare è combattere la speculazione del mercato, che si sta discostando dai costi reali. Su questi picchi eccessivi si può intervenire", ha il Cancelliere tedescoOlaf Scholz.

Risparmio energetico, solidarietà e rinnovabili

Tra gli altri punti dell'accordo, la necessità di **migliorare il funzionamento del mercato dell'energia.**Ma anche la "velocizzazione" e "semplificazione" dei permessi per le installazioni connesse alla produzione di energie rinnovabili, misure solidali europee in caso di carenze di gas a livello nazionale e l'aumento degli sforzi per risparmiare energia.

Nuovo debito in comune?

L'ultima delle misure concordate riguarda gli interventi a "livello nazionale ed europeo" per far fronte alla crisi."Miriamo a mobilitare fino a 40 miliardi di euro di fondi di coesione per aiutare chi è stato più colpito dall'incremento dei prezzi dell'energia - ha annunciato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. "Con questi fondi gli Stati membri potranno aiutare le famiglie vulnerabili, le piccole e medie imprese, ma anche quelle più grandi".

Su spinta di diversi governi, tra cui si segnala l'insistenza particolare di quello italiano, è stata inserita una menzione a "soluzioni europee comuni, laddove appropriate": qualcosa che potrebbe riferirsi a un programma come SURE, pensato per contrastare la disoccupazione durante la pandemia da Covid19. 

In pratica, una (ancora remota) possibilità di strumenti finanziati tramite debito comune, concessa da quei Paesi cosiddetti "frugali" ma ancora troppo vaga per essere definita una "vittoria" dagli altri.

 In un vertice dominato dall'energia, infine, c'è stato spazio anche per parlare delle sfide geopolitiche. Iran e Cina sono menzionati nelle conclusioni, anche se la discussione sulle relazioni con il governo di Pechino non ha prodotto risultati apprezzabili.

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