L'ex calciatore brasiliano è stato condannato in via definitiva lo scorso 19 gennaio a 9 anni di reclusione per una violenza sessuale di gruppo su una ragazza albanese di 23 anni. Accadde in un locale della movida milanese la notte del 22 gennaio 2013, quando Robinho giocava con il Milan
Guai senza fine per Robson de Souza Santos, in arte Robinho.
Il ministero della giustizia italiano ha inoltrato al Brasile la richiesta di estradizione per il 38enne ex calciatore brasiliano di Real Madrid, Manchester City e Milan, 100 partite in nazionale, condannato in via definitiva lo scorso 19 gennaio a 9 anni di reclusione, per una violenza sessuale di gruppo su una ragazza albanese di 23 anni, che stava festeggiando il compleanno.
Accadde nel guardaroba di un locale della movida milanese la notte del 22 gennaio 2013, quando Robinho giocava con il Milan (vi ha giocato dal 2010 al 2014).
Secondo le indagini, il gruppo (composto da sei uomini, compreso Robinho e un amico, gli unici condannati, mai rintracciati gli altri quattro) avrebbe fatto bere alcolici alla ragazza fino a renderla incosciente e incapace di opporsi allo stupro.
Nelle motivazioni della sentenza, la Corte d'Appello ha confermato la condanna del 2017, scrivendo che Robinho e i suoi complici avevano manifestato "particolare disprezzo" nei confronti "della vittima, che è stata brutalmente umiliata".
Per questa vicenda, il Santos - la squadra brasiliana per la quale Robinho era tornato a giocare - aveva deciso di stracciare il contratto con il calciatore, dopo che i media brasiliani avevano pubblicato stralci delle intercettazioni del processo, nelle quali Robinho rideva sguaiatamente di quello che era avvenuto, affermando che la ragazza "era talmente ubriaca che non si è neanche accorta di quello che è successo".
E, invece, scattò la denuncia.
L'Ufficio esecuzione della Procura di Milano, a febbraio 2022, aveva emesso - con atti firmati dal pm Adriana Blasco - un mandato di arresto internazionale, con istanza di estradizione, per Robinho e per l'amico Ricardo Falco: entrambi ora si trovano in Brasile, attualmente a piede libero.
Ora spetterà alle autorità brasiliane rispondere alla richiesta italiana, ma è improbabile che Robinho venga consegnato all'Italia, poichè la Costituzione brasiliana non consente l'estradizione dei propri cittadini e non considera legittime le condanne in contumacia.