Conflitto russo-ucraino: la questione dei confini trasforma in farsa l'annessione

Vladimir Putin
Vladimir Putin Diritti d'autore Gavriil Grigorov/Sputnik
Di euronews con agenzie
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Il Cremlino conferma che non c'è certezza sui confini delle regioni annesse, che verranno definiti nei prossimi giorni e forse con ulteriori confronti con la popolazione

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La farsa dei referendum russi nelle regioni sue orientali dell'Ucraina, è la prima di una serie? Forse. Stando almeno al fatto che i confini delle regioni annesse non sono chiari e questo a detta dello stesso Cremlino, come conferma il portavoce Dmitry Peskov. Che ribadisce il fatto che le autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk fanno parte della Russia secondo  i confini del 2014. Nelle regioni di Kherson e Zaporozhzhia, però, la questione dei confini sarà risolta nel corso di un'ulteriore confronto con la popolazione.

I dubbi di Peskov

 Interrogato dai giornalisti, riferisce l'Interfax, Peskov non scioglie i nodi e non sa dire dove si trovino i confini dei territori ucraini recentemente annessi.

"A Kherson e Zhaporzhzhia continueremo a consultarci con la popolazione" sui confini, ha detto Peskov. Alla domanda se le aree di queste regioni che sono sotto il controllo di Kiev vengano considerate russe dal Cremlino, il portavoce ha risposto: "Non ho altro da aggiungere ora". Quando è stato chiesto in che modo verrà consultata la popolazione sui confini, Peskov ha detto di non poter rispondere ma che tutto dipenderà dalla volontà degli abitanti dei territori. Neanche la legge sull'annessione dei nuovi territori che verrà firmata dal presidente russo Vladimir Putin chiarirà i confini: Peskov ha detto di ritenere che la "formulazione rimarrà la stessa".

Le certezze degli analisti

In attesa di chiarimenti prossimi venturi, il problema che persiste, come riporta anche Today, è che: le forze ucraine controllano ancora ampie parti di Donetsk e Zaporizhia e alcune aree degli oblast di Luhansk e Kherson, una realtà militare che difficilmente cambierà nei prossimi mesi. Secondo l'Institute for the study of war (Isw), "Putin probabilmente ha affrettato l’annessione di questi territori prima di prendere anche decisioni amministrative di base su confini e governance. I funzionari russi non hanno quindi stabilito politiche o condizioni chiare per una corretta amministrazione. Organizzare la governance per questi quattro oblast annessi con la forza sarebbe burocraticamente impegnativo per qualsiasi Stato dopo che le forze russe hanno sistematicamente ucciso, arrestato o cacciato i funzionari ucraini che in precedenza gestivano le amministrazioni regionali. Ma l’incompetenza burocratica dimostrata dal tentativo di mobilitazione parziale degli uomini russi da parte del Cremlino, suggerisce che i burocrati russi lotteranno allo stesso modo per stabilire strutture di governo su una popolazione resistente e riluttante nella zona di guerra che è il territorio ucraino occupato dalla Russia".

Carta canta

Quadro paradossale: la Russia non controlla pienamente nessuna delle quattro regioni annesse. Ciò che dice Peskov ha un valore relativo in ogni caso. Basti pensare alla sua decisa smentita della mobilitazione dei riservisti: qualche giorno dopo invece la mobilitazione fu annunciata da Putin. 

La perdita di Lyman, centro abitato della regione di Donetsk dalla grande importanza strategica, è l'ultimo schiaffo per la Russia. Le forze di Kiev proseguono la loro azione nel Donbass e nella regione di Kherson e Kharkiv. Secondo alcuni analisti militari, Mosca avrebbe perso, solo nelle ultime 72 ore, il 9% dei territori annessi venerdì scorso.

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