Controlli tra Austria e Slovacchia. Obiettivo: fermare il flusso di migranti clandestini

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Di Debora Gandini
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Vienna inizia a controllare i valichi di frontiera. Una misura per arginare l’immigrazione illegale

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Seguendo la via della Repubblica Ceca, anche l’Austria riprenderà i controlli al confine con la Slovacchia a partire da questo giovedì. Una decisione presa per impedire l'ingresso di migranti illegali diretti verso la Germania.

Come sottolineato dal cancelliere austriaco Karl Nehammer sono misure che di-pendono da un effetto domino. "Ecco perché bisogna reagire prima che reagiscano i trafficanti di esseri umani e quindi di immigrati clandestini. Una norma che segue la reintroduzione dei controlli al confine slovacco da parte della Repubblica Ceca."

Il governo di Vienna, fa sapere di non aver avuto altro  scelta dopo che il flusso di migranti illegali ha raggiunto cifre record negli ultimi mesi, ingestibile anche per la polizia di frontiera e per le forze di sicurezza.

"Dall'inizio dell'anno abbiamo registrato 140 reati mentre sono 125 i trafficanti indagati ha fatto sapere il capo della polizia ceca Martin Vondrášek. Questi sono numeri che non si sono mai registrati nel nostro paese. Un confronto lo si può fare solo con l'ondata migratoria del 2015. Quest'anno abbiamo fermato oltre 12.000 migranti illegali, quattro volte di più rispetto a sette anni fa.”

Intanto a Praga gli immigrati si sono radunati in un parco intorno alla stazione ferroviaria principale. La maggior parte arriva dall’India o da diversi paesi del Medio Oriente. Come un uomo che dice di essere siriano. Di essere scappato da un paese in guerra. “E’ difficile vivere in un posto dove ci sono conflitti. Vivere sotto le bombe non è facile.”

Ora un possibile effetto domino tra i paesi confinanti con Austria e Repubblica Ceca potrebbe ridisegnare alcuni punti del trattato di Schengen in tutta la regione. Su iniziativa del Tribunale amministrativo della Stiria austriaca, la questione del controllo alle frontiere interne era stato anche portato all'attenzione della Corte dell'Unione europea.

Ad aprile aveva deliberato che gli Stati membri possono reintrodurre il controllo alle frontiere con altri Stati membri nel caso di una grave minaccia per l'ordine pubblico o la sicurezza inter-na, tuttavia, tale controllo non può superare una durata complessiva massima di sei mesi.

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