Secondo la procura di Kiev i siti scoperti nella regione di Karkhiv sarebbero serviti anche come centri torture
Le forze ucraine hanno scoperto in una località della regione di Karkiv quelle che ritengono essere delle prigoni sotterranee usate dai militari russi, che fino a qualche settimana fa controllavano la zona. Secondo la procura generale ucraina il sito scoperto a Shevchenkove, simile a quelli rivenuti in altre cittâ, sarebbe stato anche teatro di torture.
Roman Oleksandrovych, pubblico ministero, parla del rinvenimento di elementi di prova sul ricorso alla pratica della tortura da parte dell'esercito di Mosca; una pratica rivolta anche contro civili e disertori russi, accusati di non collaborare con la Federazione russa.
Non si sa quante persone siano effettivamente state sottoposte a trattamenti violenti, ma di alcune persone in effetti si sono completamente perse le tracce. Un abitante della zona racconta di aver visto un uomo che sventolava sulla sua auto una bandiera ucraina venire fermato dai soldati russi che hanno sparato in aria e poi sono saliti sull'automobile diretta nessuno sa dove.
Dopo la controffensiva ucraina, resa possibile dai recenti invii di armi occidentali, oltre a indagare sui possibili centri di tortura, le autorità di Kiev sono anche alla ricerca di eventuali fosse comuni. In particolare si sospetta l'esistenza di una sepoltura collettiva per più di 100 cadaveri in una localitâ vicina al confine russo-ucraino.