Ungheria, il premier Orbán definisce "uno scherzo" la risoluzione del Parlamento europeo

Premier ungherese Viktor Orbán
Premier ungherese Viktor Orbán Diritti d'autore Darko Vojinovic/Associated Press
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Di Alberto De Filippis
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La risoluzione approvata alla sessione del Parlamento europeo affermava che l'Ungheria non è più una democrazia a tutti gli effetti, ma una cosiddetta autocrazia

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Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha reagito alla risoluzione del Parlamento europeo che condanna l'Ungheria definendola “uno scherzo”.

A Belgrado, il premier magiaro ha ricevuto l'Ordine al merito della Repubblica di Serbia dal presidente serbo Alexander Vucic per aver promosso le relazioni tra i due Paesi. “Lo stanno facendo per la seconda o terza volta, adottare decisioni di condanna dell'Ungheria al Parlamento europeo. Pensavamo che questo avesse un significato, ma ora lo guardiamo come uno scherzo”, ha sottolineato Orbán.

La risoluzione approvata giovedì alla sessione del Parlamento europeo affermava che l'Ungheria non è più una democrazia a tutti gli effetti, ma una cosiddetta autocrazia elettorale. Il primo ministro ungherese ha anche criticato la politica sanzionatoria dell'UE nella capitale serba.

Secondo il premier ungherese “Le sanzioni sono introdotte dal più forte contro il più debole. Ma quando si guarda al settore energetico, allora vediamo che noi europei siamo in realtà dei nani che impongono sanzioni al colosso dell'energia.”

Il sito ungherese di Radio Free Europe, sulla base dei discorsi in background del picnic di Kötcse scrive che Viktor Orbán ha affermato durante la riunione a porte chiuse che l'adesione dell'Ungheria all'UE dovrebbe essere riconsiderata dopo il 2030.

Orbán in un incontro con i simpatizzanti ha affermato che l'Unione europea comincerà a sgretolarsi entro il 2030, e che da quel momento in poi l'Ungheria investirà più soldi di quanti ne preleva, quindi l'adesione dovrebbe essere riconsiderata.

Il primo ministro ha anche affermato che Fidesz potrebbe rimanere al potere fino al 2060 e prepara la prossima generazione a guidare il paese. Ha anche affermato che in economia prende esempio dal capitalismo di stato cinese che considera il sistema più efficiente.

Un Pnrr ancora bloccato

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza dell'Ungheria è l'unico ancora non approvato dalla Commissione europea. L'esecutivo comunitario ha di fatto "congelato" i fondi, quasi sei miliardi di euro, proprio a causa della situazione dello Stato di diritto e dei problemi legati alla corruzione.

Il lungo confronto tra Budapest e Bruxelles potrebbe toccare l'apice domenica 18 settembre, quando il collegio dei commissari si riunirà per proporre, con ogni probabilità, un taglio alla quota prevista nel Pnrr ungherese: una decisione che dovrà poi essere approvata dai rappresentanti degli Stati nazionali.

Come riporta il quotidiano Politico, la Commissione è particolarmente preoccupata per i livelli di corruzione in Ungheria. A questo proposito, il presidente Orbán ha di recente ha promesso la creazione di un organismo indipendente per frenare la corruzione e presenterà proposte legislative in merito già la prossima settimana. Se queste riforme funzioneranno davvero, la Commissione potrebbe tornare sui suoi passi, nell'ambito di un dialogo che alterna, come sempre nelle interlocuzioni con le capitali, bastone e carota. A breve si scoprirà la linea prevalente.

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