Francesco ai leader del mondo: "Stop all'insensata follia guerra, serve il dialogo"

Papa in Kazakhstan
Papa in Kazakhstan Diritti d'autore Diritti d'autore AP Photo/Alexander Zemlianichenko
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Di Debora Gandini
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Al termine del suo viaggio pastorale, e sullo sfondo della guerra in Ucraina, il messaggio di Bergoglio è risuonato quanto mai come un monito ai potenti: "Non si usi mai più la religione per giustificare una guerra", ha detto

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Un appello a una maggiore unità e a un maggiore impegno per la pace. Al termine del Congresso dei leader religiosi in Kazakhstan, tutti i presenti hanno accolto il messaggio di Papa Francesco. Un discorso quello di Bergoglio rivolto, non solo ai fedeli, ma anche ai governi di tutto il mondo, per dire stop ai conflitti in corso ed evitare anche in futuro atteggiamenti bellicosi e aggressivi.

“Siamo convinti che l'innesco di qualsiasi conflitto militare, punto caldo di tensione e confronto, abbia una reazione a catena e porti alla distruzione del sistema delle relazioni internazionali. Ecco perché ritengo e riteniamo che l'estremismo, il radicalismo, il terrorismo e tutte le altre forme di violenza e guerra, qualunque siano i loro obiettivi, non abbiano nulla a che fare con la vera religione e debbano essere respinte nei termini più forti possibile".

Parole di speranza che il Pontefice ha voluto portare anche durante al sua visita ai membri della piccola **comunità cattolica del Kazakhstan,**riunita nella cattedrale di Nur Sultan.

Il messaggio ai giovani di tutto il mondo

Il Santo Padre prima di lasciare il Paese ha quindi rivolto anche un messaggio ai giovani chiedendo di dare loro “opportunità di istruzione non armi di distruzione.

"Sono loro i messaggeri di pace e di unità di oggi e di domani. Sono loro che, più di altri, invocano la pace e il rispetto per la casa comune del creato. Invece, le logiche di dominio e di sfruttamento, l’accaparramento delle risorse, i nazionalismi, le guerre e le zone di influenza disegnano un mondo vecchio, che i giovani rifiutano, un mondo chiuso ai loro sogni e alle loro speranze”, ha sottolineato Bergoglio. “Così pure religiosità rigide e soffocanti non appartengono al futuro, ma al passato. Pensando alle nuove generazioni, qui si è affermata l’importanza dell’istruzione, che rafforza la reciproca accoglienza e la convivenza rispettosa tra religioni e culture".

Al termine del suo viaggio pastorale, e sullo sfondo della guerra in Ucraina, il messaggio del Papa è risuonato quanto mai come un monito ai potenti affinché non si usi mai più la religione per giustificare un conflitto. Per Francesco la via del dialogo interreligioso è una via comune di pace e per la pace, e come tale è necessaria e senza ritorno, ribadendo che tale dialogo non è più solo un’opportunità ma un servizio urgente e insostituibile all’umanità. 

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