Polonia, crisi energetica e mercato nero del carbone

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La Polonia ha introdotto l'embargo al carbone russo ad aprile. Nel Paese riprende l'attività estrattiva illegale

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Wałbrzych è una città della Slesia, in Polonia, pesantemente segnata dal carbone: una storia influenzata dall'estrazione del carbone prima e dalla chiusura delle miniere, dalla disoccupazione e, infine, dall'estrazione illegale organizzata da ex minatori poi.

Roman Janiszek, minatore in pensione, spiega che oggi, in tempi di crisi energetica, il carbone è diventato un bene difficilmente disponibile.

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Carico di carbone a DanzicaSTRINGER/AFP or licensors

Il mercato del carbone e le 'miniere clandestine'

"Le pensioni che la maggior parte della gente ha qui non sono molto alte - dice Janiszek - Quando il prezzo del carbone è tra i 2.000 (424 euro)  e i 3.000 (636 euro) zloty per tonnellata, è difficile permettersi di comprarne una tonnellata, ma è possibile prendere 5 sacchi, o 10, e allo stesso tempo avere i soldi per sopravvivere da un mese all'altro. Perché è così che viviamo qui, centesimo per centesimo, sacchetto per sacchetto".

E, per sacchi, Roman Janiszekintende sacchi di carbone estratto illegalmente. Proprio come anni fa, qui sono tornati a scavare, aprendo delle 'miniere clandestine'.

"Ci si chiede se avremo carbone dalle miniere illegali. Di sicuro sarà più economico - commenta Roman Janiszek-  Forse, si tratta di carbone estratto illegalmente e le autorità cittadine stanno cercando di chiudere queste miniere clandestine".

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Le miniere scavate illegalmente in PoloniaEuronews

L'altro problema è proprio la mancanza di carbone sul mercato polacco. Alcune persone, come gli abitanti di Walbrzych, bruciano semplicemente dei rami: "Quest'anno non sono affatto preparata. Non abbiamo nulla, nessuna scorta - si lamenta un'abitante di Walbrzych - Non c'è combustibile nei depositi. Se c'è qualcosa, è tramite sottoscrizioni. Ma purtroppo è necessario acquistare in quantità maggiori, cosa che non possiamo permetterci".

L'aiuto finanziario alle famiglie polacche

Il governo polacco ha introdotto un aiuto finanziario destinato a coloro che riscaldano le loro case con il carbone.

Aleksander Brzózka, portavoce del Ministero del Clima e dell'Ambiente, spiega che "il governo ha predisposto un contributo e il budget è di 11,5 miliardi di zloty. Si tratta di un sostegno per tutte le famiglie polacche che utilizzano il carbone come materia prima per il riscaldamento delle loro case. C'è anche un'indennità una tantum di 3.000 zloty (636 euro)".

Tuttavia, gli addetti ai lavori avvertono che il governo dovrebbe essere più oculato. 
Rafał Zasuń, esperto di energia, direttore di Wysokienapiecie.pl, mette in guardia sugli aiuti a pioggia: "Lo Stato dovrebbe sostenere le famiglie povere. Il bilancio statale polacco non ha i soldi per sostenere tutte le famiglie".

Stop all'import del carbone russo

La Polonia utilizza più carbone per il riscaldamento domestico di qualsiasi altro Paese in Europa. Nonostante l'attività estrattiva fosse consistente, il Paese ha importato una grande quantità di questa materia prima dalla Russia.

Ma adesso l'import è stato interrotto dalla guerra in Ucraina e dalle sanzioni.

"Dobbiamo importare pochi milioni di tonnellate di carbone da altri Paesi anziché dalla Russia a causa dell'embargo - sottolinea Zasuń - La Polonia ha introdotto l'embargo sul carbone russo ad aprile, prima degli altri Paesi europei. Ci troviamo dunque in una situazione difficile perché abbiamo bisogno di un tipo di carbone speciale per le famiglie, che non viene più utilizzato in Paesi come la Gran Bretagna e la Germania. Probabilmente avremo una grande carenza di questo tipo di carbone".

Secondo Rafał Zasuń, la guerra in Ucraina ha un impatto significativo su approvvigionamento e crisi energetica: "Certo, questa è la ragione principale della crisi. Non la guerra in sé, ma le sanzioni e il sostegno europeo all'Ucraina. Noi (il governo polacco) abbiamo introdotto l'embargo sul carbone russo troppo presto. Se avessimo cominciato l'embargo ad agosto, come ha fatto il resto dell'Unione europea, avremmo potuto aumentare le scorte di carbone. Ora incrementiamo le importazioni di carbone, ma questo carbone dalla Colombia, dall'Indonesia, dalla Repubblica Sudafricana non basta. Non può sostituire al 100% il carbone russo perché per anni il carbone russo è stato dedicato alle esigenze delle famiglie polacche. Nessuno, adesso, può prevedere cosa accadrà".

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