Il profilo di Boris: simpatico pasticcione e padre della Brexit

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Di euronews
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Il premier britannico esce di scena dopo una serie di successi elettorali e di scandali

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Chi lo apprezza lo trova spiritoso e divertente, chi lo critica non si spiega come abbia fatto a diventare capo del governo nonostante un'aria da eterno imbranato. Sia come sia, Boris Johnson ha portato a termine la promessa assunta con la sua elezione a premier nel 2019, quella di far uscire il paese dall'Unione europea. Un obiettivo raggiunto a costo di lacerazioni, di profonde conseguenze economiche e del rischio di finire isolati: tutti pericoli che non hanno impedito al primo ministro conservatore di giocare d'azzardo.

Come quando, nel 2019, ha sospeso i lavori del parlamento per evitare che si pronunciasse contro una Brexit senza accordi, e ha spinto per andare a elezioni anticipate, ottenendo per i conservatori un successo che non si vedeva dai tempi della Tatcher.

Solo un mese e mezzo dopo il trionfo alle urne Londra lasciava l'Unione europea il 31 gennaio 2020, ma non tutti gli aspetti del divorzio erano stati decisi.

Lo scoppio della pandemia da covid-19 ha rimescolato le carte, e nemmeno stavolta Johnson ha fatto una piega. Da scettico che invocava l'immunità di gregge, dopo essere diventato positivo ha provato a giustificare le principali misure di lockdown.

In un clima di preoccupazione per la pandemia Johnson ha dovuto anche difendersi dagli scandali, come quello fatto scoppiare dal suo ex consigliere capo Cummings, che ha raccontato di donazioni segrete per pagare la ristrutturazione dell'appartamento di Downing Street.

Accuse dissolte da una indagine parlamentare che ha accertato il rispetto dei codici ministeriali.

Più insidioso lo scandalo scoppiato nel 2021 per le foto delle feste tenute dal premier in violazione delle norme anti-covid. Una violazione che gli è costata una sanzione amministrativa, per aver violato la legge mentre era in carica.

E ancora più scomodo lo scenario emerso dal cosiddetto scandalo Pincher, dal nome del parlamentare conservatore accusato di aggressioni sessuali ma nonostante questo promosso da Johnson.

La mossa ha causato ripercussioni a livello della maggioranza di governo, dalla quale hanno preso le distanze una cinquantina di parlamentari conservatori, ed è anche stata, secondo alcuni osservatori, il punto di rottura tra Boris Johnson e l'opinione pubblica.

Sarebbe in questo momento che da simpatico e imprevedibile outsider, il primo ministro conservatore si sarebbe trasformato in un "perdente di successo", destinato a uscire di scena dimettendosi dalla guida del partito conservatore e, di conseguenza, dalla testa del governo.

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