La rinascita del paese ellenico stretto nella morsa dell'austerity dal 2010
20 agosto 2022 è una data che rimarrà impressa nella mente del popolo greco perché è l'ultimo giorno della sorveglianza economica della Commissione europea. Questo significa che da ora in poi i governi ellenici potranno muoversi più liberamente nei capitoli di spesa. Alcuni analisti parlano di una "nuova era" per il Paese.
Gongola il primo ministro Kyriakos Mitsotakis, che se ne attribuisce il merito:
La notizia è una boccata d'ossigeno per la Grecia che, soffocata dagli anni di austerity, soffre del carovita e dell'aumento dei costi dell'energia, legati alla guerra in Ucraina.
In ogni caso la Grecia, come Spagna, Portogallo, Cipro e Irlanda, rimane sotto la lente dei creditori, dato che almeno per altre due generazioni dovrà continuare a pagare i debiti contratti in questi anni.
La crisi del debito
Tutto inizia nell'autunno del 2009, quando il neo primo ministro Papandreou rivela che i bilanci economici trasmessi dai precedenti governi sono stati falsificati per entrare nell'Unione europea. Inizia così un piano di lacrime e sangue per mettere a posto i conti pubblici.
L'Unione europea e il Fondo monetario internazionale hanno dato sostegno alla Grecia con tre diversi piani di credito di circa 290 miliardi di euro dal 2010 al 2019. Anni difficili per la Grecia che ha dovuto tagliare persino i salari dei dipendenti pubblici, ha affrontato una disoccupazione alle stelle e la contrazione dell'economia.