Olaf Scholz e Jonas Gahr Støre nel dilemma dell'energia

I premier Olaf Scholz e Jonas Gahr Støre
I premier Olaf Scholz e Jonas Gahr Støre Diritti d'autore HAKON MOSVOLD LARSEN/Håkon Mosvold Larsen / NTB
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Ospite dall'omologo Jonas Gahr Støre a Oslo il premier tedesco Olaf Scholz ha ringraziato per lo sforzo estrattivo della Norvegia nel rifornire l'Europa di gas e petrolio al massimo delle sue possibilità

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Un ventoso incontro sull'acqua quello fra l'ospite, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, e il suo omologo norvegese Jonas Gahr Støre ad Oslo per parlare di forniture energetiche. La Norvegia non ha attualmente modo di esportare di più verso l'Europa, è al massimo delle sue capacità: lo ha detto Støre. Il primo ministro norvegese ha sottolineato che la produzione era già stata aumentata di quasi il dieci per cento dopo l'attacco russo all'Ucraina. Inoltre, non spetta al governo norvegese decidere se la produzione può essere ampliata in sicurezza. “Non possiamo decidere politicamente, facciamo solo di più”. Questa è una decisione delle aziende. Per una maggiore produzione, dovrebbero essere sfruttati nuovi giacimenti di gas. Scholz ha sottolineato la gratitudine verso il paese scandinavo. Va detto che la Norvegia vuole mantenere un livello di produzione elevato perché ci sarà anche una forte domanda nel 2023.

L'energia offshore

La Norvegia, uno dei principali produttori di petrolio e gas offshore, ha visto aumentare le esportazioni di energia mentre i paesi europei si affrettano a trovare alternative all'energia russa in risposta all'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca. Le esportazioni norvegesi hanno raggiunto i 24 miliardi di dollari a luglio lo 0,4% in più rispetto al record precedente stabilito a marzo di quest'anno. Anche l'attivo della bilancia  commerciale norvegese di 153,2 miliardi di corone (15,8 miliardi di dollari) è stato il più alto mai registrato.

Le sanzioni UE

Dopo l'invasione l'UE ha approvato divieti sul carbone russo e sulla maggior parte del petrolio che entreranno in vigore entro la fine dell'anno, ma non ha incluso il gas naturale russo perché 27 nazioni europee dipendono dal gas per alimentare fabbriche, generare elettricità e riscaldare le case.

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