Export ucraino: partite altre 3 navi con cereali

Le navi cargo lasciano l'Ucraina
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Export ucraino: partite altre 3 navi con cereali. Aumentano gli appelli di chi chiede di estendere accordo anche a altre materie come metalli

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Il ministero della Difesa turco ha confermato la partenza questa mattina di altre tre navi cariche

di cereali da porti ucraini.  

Si tratta delle navi Navistar, Rojen e Polarnet. La Navistar e la Rojen sono partire dal porto di Odessa, mentre la Polarnet dal vicino porto di Chornomorsk.Quest'ultima è carica di mais ed è diretta in Turchia .

Mentre le altre due sono dirette rispettivamente in Irlanda e nel Regno Unito.

Lunedì aveva lasciato il porto di Odessa una nave carica di cereali, la prima da quando a fine febbraio la Russia ha invaso l'Ucraina.

Il ministro delle Infrastrutture ucraino, Oleksandr Kubrakov, ha sottolineando il bisogno di fare partire "100 navi al mese per essere in grado di esportare il volume necessario di prodotti alimentari.

Export non ancora a regime, da estendere anche  ai metalli

L'export dovrebbe essere esteso anche a prodotti come i metalli, gli ha fatto eco il sotto segretario all'Economia.

È iniziato anche il flusso in senso contrario, è partita in mattinata da Istanbul la nave Fulmar S diretta in Ucraina per caricare cereali destinati all'esportazione. la coferma è giunta dal ministro della Difesa turco Hulusi Akar.

"Questa nave, che è la prima ad andare in Ucraina, è partita questa mattina da Istanbul. Dopo che avrà ricevuto il carico in Ucraina, l'imbarcazione ripartirà. Per ora le nostre attività continuano come previsto e senza interruzioni, come dichiarato negli accordi", ha affermato Akar.

 Prima della partenza, i delegati di Ankara, Kiev, Mosca e Onu del centro di coordinamento di Istanbul hanno effettuato l'ispezione dellaFulmar S, battente bandiera delle isole Barbados. Diretta  al porto ucraino di Chornomorsk sarà caricata di cereali destinati all'export.

Cosa succede al prezzo del grano?

E intanto, l'indice di riferimento dei prezzi dei prodotti alimentari mondiali ha fatto registrare, in luglio,

una significativa battuta d'arresto, con una contrazione a due cifre per i prezzi dei principali cereali e oli vegetali. A darne notizia la Fao.

L'Indice Fao dei prezzi dei prodotti alimentari ha raggiunto, in luglio, un valore medio di 140,9 punti, in frenata dell'8,6 percento rispetto a giugno, un dato che segna il quarto calo mensile consecutivo dopo il record assoluto toccato all'inizio dell'anno. L'Indice, che rileva le variazioni mensili dei prezzi internazionali di un paniere di generi alimentari comunemente oggetto di scambi commerciali, si è comunque attestato su un valore superiore di 13,1 punti percentuali, rispetto al dato registrato nel luglio 2021.

"Questa scia di contrazioni dei prezzi dei prodotti alimentari rispetto a valori estremamente alti è un segno positivo, soprattutto **se osservato dalla prospettiva dell'accesso al cibo; **permangono, tuttavia, numerose incertezze (..)", ha dichiarato Maximo Torero, economista capo della Fao.

Si è contratto, nel corso del mese anche l'Indice dei prezzi dei cereali "dell'11,5 percento, pur attestandosi su un valore superiore del 16,6 percento rispetto a luglio 2021. La traiettoria verso il basso ha interessato le quotazioni di tutti i cereali rappresentati nell'indice, a cominciare dal grano, i cui prezzi, a livello mondiale, sono crollati fino al 14,5 percento, in parte, in seguito all'accordo raggiunto tra Ucraina e Federazione russa per sbloccare le esportazioni dai principali porti del Mar Nero e, in parte, alla luce delle disponibilità stagionali garantite dalle raccolte in corso nell'emisfero settentrionale".

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