La chiusura degli ultimi due anni ha colpito duramente i suoi 8.000 abitanti, l'82% dei quali dipende dal turismo
Dopo due anni di chiusura totale a causa della pandemia, l'Isola di Pasqua riapre i suoi confini ed è pronta ad accogliere i turisti, elemento essenziale della sua economia.
Appartenente al Cile, è una remota isola vulcanica della Polinesia di quasi 8.000 abitanti, l'82% dei quali dipende dal turismo: il suo nome indigeno è Rapa Nui.
"Le aspettative sono alte - dice Pedro Edmunds Paoa, sindaco dell'Isola di Pasqua - le persone sono felici, soddisfatte: riaprire i confini vuol dire non solo ricevere gli ospiti, cosa necessaria per l'economia, ma anche avere quella sensazione di libertà, di essere in grado di uscire e tornare".
Situata a circa 3700 chilometri al largo della costa, nel mezzo del Pacifico, l'isola cilena richiede ai turisti il rispetto di rigide misure sanitarie.
"Gli stranieri - afferma Manuel Valencia, vice direttore delle comunicazioni dell'aeroporto Nuevo Pudahuel - debbono attenersi alle regole sul vaccino e rimanere qui dai due ai tre giorni, forse un giorno ulteriore per fare il test in un nostro laboratorio".
Ad agosto dovrebbero arrivare circa 1.500 turisti: il governo ha autorizzato due voli settimanali, che saranno estesi a tre a settembre.