Donna nigeriana aggredita dal datore di lavoro: "La punta dell'iceberg"

La ragazza nigeriana aggredita dal datore di lavoro
La ragazza nigeriana aggredita dal datore di lavoro Diritti d'autore screenshot
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Di Euronews
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Soverato: spinte, schiaffi e insulti a una ragazza nigeriana da parte del suo datore di lavoro. Chiedeva di essere pagata, sono volate le botte

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Il video della giovane donna nigeriana spintonata e presa a schiaffi dal suo datore di lavoro perché chiedeva le venissero pagate le ore lavorate ha scoperchiato il vaso di Pandora: le immagini, rimbalzate sui social, sono la punta dell'iceberg, dicono i sindacati che a Soverato - dove il fatto è accaduto - hanno organizzato un presidio

Antonio Jiritano, sindacalista, dà qualche numero:: "Non si può andare avanti così, non si può contrattualizzare un lavoratore per un'ora e poi farlo lavorare 12 ore. Abbiamo raccolto 146 denunce, da San Nicola Arcella a Scalea, e poi più a sud fino a Soverato".

La Procura di Catanzaro ha aperto un'indagine penale sul caso di Beauty Davis, la donna che ha ripreso con il suo cellulare e diffuso l'aggressione sui social. L'ipotesi di reato per il proprietario del lido dove la donna lavorava è di lesioni personali, furto e minacceHa chiesto che le venissero pagate le ore lavorate, è stata spintonata e presa a schiaffi. 

Cosa è successo

Sono volate botte all'indirizzo di una ragazza nigeriana di 25 anni, che ha però ripreso con il suo cellulare e diffuso sui social l'aggressione da parte del suo datore di lavoro, il titolare di uno stabilimento balneare di Soverato. 

"Dove sono i soldi?" E giù botte

"Dove sono i miei soldi?" chiede la donna. "Non ti preoccupare, ci sono gli avvocati e adesso arrivano i Carabinieri, qui è casa mia", risponde l'uomo, prima di passare alle vie di fatto. 

La donna ha sporto denuncia ai Carabinieri.

"Episodi del genere non dovrebbero succedere, il rispetto della persona dovrebbe andare al di là dei soldi. Non doveva succedere un episodio di violenza" ha dichiarato l'avvocato della donna,Filomena Pedullà.

La giovane ha raccontato aille forze dell'ordine che il titolare del lido calabrese le avrebbe pagato solo le ore dichiarate sul contratto e non quelle lavorate che erano molte di più. A questo si sono aggiunte le botte. 

Il video è virale sui social

Sui social si sono moltiplicati i messaggi di solidarietà per la straniera che - si legge - ha avuto il coraggio di denunciare una situazione di sfruttamento comune a molti stagionali.

La denuncia è stata resa nota e rilanciata sui social dall’Osservatorio sullo sfruttamento in Calabria.

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