Il principe saudita a Parigi, ecco perché la giustizia francese deve attivarsi

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Il principe saudita a Parigi, ecco perché la giustizia francese deve attivarsi. Intervista con la segretaria generale di Amnesty international

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La stretta di mano infinita tra il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman e il presidente francese Emmanuel Macron non ha lasciato spazio a dubbi: il principe è tornato sulla scena internazionale passando dalla porta principale.

Decisamente troppo per le associazioni per i diritti umani per cuiBin Salman è il mandante dell'assassinio del giornalista saudita Jamal Khashoggi avvenuto nel 2018.

Per Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International, che ha lavorato sul caso di Khashoggi  la mobilitazione civile è importante: "Il principe saudita finirà davanti a un tribunale francese? Non credo. Sarebbe una vera sfida per la giustizia francese. Verrà accolta? Non saprei, ma già il fatto di intentare un'azione legale verso il principe saudita è un fatto positivo. Significa che non vogliamo lasciare spazio all'impunità. E se questo può mettere in imbarazzo Mohammed bin Salman ed Emmanuel Macron, per noi è già una vittoria".

Per il principe saudita  si pone una domanda:  come capo di Stato gode di una certa immunità? È vero la Corte penale internazionale ha già condannato diversi leader africani, per tortura e crimini di guerra, ma si tratta di casi rari. E la scure della giustizia internazionale è arrivata solo dopo che avevano lasciato il potere.

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