Proteste e crisi: Iraq senza pace

La protesta in piazza dei sostenitori di Muqtada al-Sadr: "Non riconosciamo il candidato dei partiti filo-iraniani"
La protesta in piazza dei sostenitori di Muqtada al-Sadr: "Non riconosciamo il candidato dei partiti filo-iraniani" Diritti d'autore ASAAD NIAZI/AFP or licensors
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Di Euronews
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Iraq. Lascia il Parlamento ma prosegue in strada la protesta contro il blocco filo-iraniano. La piazza: "Il suo candidato non ci rappresenta"

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"Sì a Muqtada al-Sadr, no a Mohammed al-Sudani"

Balli, canti e bandiere al cielo. Lasciato il Parlamento in cui aveva fatto irruzione, la protesta in Iraq prosegue in strada. "Sì a Muqtada al-Sadr, no a Mohammed al-Sudani", il messaggio scandito dalla folla di sostenitori del clerico sciita. Goccia che ha fatto traboccare il vaso: la scelta per la premiership, da parte dei partiti filo-iraniani, dell'ex ministro e governatore provinciale

"Per 20 anni abbiamo visto sempre le stesse facce al potere - dice un manifestante -. Due anni fa eravamo già scesi in strada. Ci sono sati 35.000 feriti, 800 martiri. E ora ci ritroviamo di nuovo con gli stessi politici. Diciamo no ad Al-Sudani, diciamo no a tutti coloro che sono con lui".

Muqtada al-Sadr ai suoi: "Il vostro messaggio è stato ascoltato. Avete terrorizzato il corrotto"

A far sciogliere la protesta dei manifestanti, che erano entrati in parlamento senza incontrare particolare resistenza, un appello dello stesso Muqtada al-Sadr. "Il vostro messaggio è stato ascoltato - le sue parole su Twitter - avete terrorizzato il corrotto". Il riferimento è al premier scelto dal blocco pro-iraniano, nello stallo politico seguito alle elezioni che lo scorso anno avevano tuttavia regalato una maggioranza relativa ai sostenitori del leader sciita

Stallo politico senza fine. L'Iraq attende anche un nuovo Presidente

Ad aggravare incertezze e caos, poi, le loro dimissioni in massa lo scorso mese, seguita dal giuramento di nuovi deputati che hanno così rovesciato gli equilibri politici. Nel quadro dell'attuale paralisi istituzionale del Paese, il candidato delle forze filo-iraniane non potrà tuttavia ottenere l'investitura, fino all'elezione di un nuovo presidente.

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