Papadia, ex Bce: "Giusto aumento di 50 punti base, manca politica fiscale europea"

I tassi di interesse sono stati alzati di 50 punti base
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Di Vincenzo GenoveseGianluca Martucci
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Secondo l'economista, ora senior fellow del think tank Bruegel, la Banca centrale europea non si fa influenzare dalla "percezione" dei governi, al contrario di quanto succede ai mercati

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Oltre ad alzare i tassi di interesse di 50 punti base, la Banca centrale europea ha presentato un nuovo strumento per combattere eventuali future crisi del debito nella zona euro. Si chiama Trasmission Protection Instrument (Tpi). Permetterà l'acquisto da parte della Bce di titoli di Stato di Paesi in difficoltà e per il momento non ha un perimetro massimo fissato, ma determinate condizioni da rispettare per i Paesi verso i quali viene attivato. 

Tpi: uno strumento in continuità con la strategia della Bce

Un passo nella giusta direzione su una strada ancora molto lunga, secondo Francesco Papadia, ex direttore generale per le operazioni di mercato alla Bce e ora senior fellow del think tank Bruegel, che approva la quota di rialzo.

"Mancano ancora due cose. La flessibilità nell'uso anti-congiunturale della politica fiscale a livello europeo e responsabilità europee nella determinazione della politica fiscale. Fintanto che non c'è un controllo europeo sulle politiche fiscali nazionali, non ci può essere una solidarietà completa nel debito: nessun Paese può o deve assumere la responsabilità per il debito di un altro".

Come spiega in maniera approfondita l'economista nell'intervista integrale (in fondo all'articolo), il Tpi non è una novità assoluta, ma l'erede di altri due programmi pensati per limitare i problemi dati dall'aumento dei tassi di interesse sul debito nei Paesi dell'Eurozona.

"Si pone a metà strada tra gli acquisti del Pepp (Pandemic emergency purchase programme), che permette acquisti più facilmente attivabili meno voluminosi e l'Omt (Outright monetary transactions), più potente come effetti ma più difficile da usare.

L'effetto elezioni sul debito italiano

Lo strumento, ribattezzato dalla stampa "scudo anti-spread" giunge nel momento in cui le dimissioni di Mario Draghi potrebbero incidere sull'acquisto del debito italiano. Nella giornata dello scioglimento delle camere, lo spread, il differenziale tra i Buoni ordinari del Tesoro italiani e i titoli tedeschi si è attestato a quota 237 punti base, dopo aver toccato i 248.

In genere più un Paese è instabile politicamente, meno i suoi titoli di Stato sono appetibili. Perciò vanno aumentati gli interessi da corrispondere agli acquirenti, cosa che li invoglia ad acquistare, ma fa al contempo lievitare le spese per il Paese in questione e quindi in maniera indiretta il debito stesso.

In Italia, la fiducia dei mercati dipenderà anche dalla percezione ispirata dal nuovo governo che si formerà in autunno. Gli investitori sono influenzati non solo dai fatti, ma anche dalle previsioni, al contrario delle decisioni dei banchieri centrali.

"Per la Banca centrale europea che ci sia un partito o un altro al governo in un Paese non ha importanza, quello che conta sono le politiche", dice Papadia. 

"Draghi dava una rassicurazione ai mercati sul fatto che si sarebbero fatte politiche sane e sostenibili. Un eventuale governo formato da populisti verrebbe interpretato come possibile fonte di politiche non sostenibili. Non può essere questo il ragionamento della Bce, che è neutra rispetto ai partiti, ma molto sensibile alle politiche fiscali".

L'istituzione guidata da Christine Lagarde, naturalmente, non può mettere bocca sugli sviluppi politici nazionali, ma sicuramente manterrà l'occhio vigile sull'Italia.

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