Da dove verrà il gas? Mappa delle nuove forniture per l'Europa

Pezzi del gasdotto TAP a Durres in Albania (2016)
Pezzi del gasdotto TAP a Durres in Albania (2016) Diritti d'autore HEKTOR PUSTINA/AP
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Di Gioia Salvatori
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Mentre Mosca diminuisce il flusso di gas verso l'Europa, Bruxelles e le singole capitali si muovono per cercare fornitori alternativi, il punto

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Trovare un'alternativa al gas russo. E' stata una delle prime conseguenze sull'Europa dell'invasione russa dell'Ucraina. 

Il viaggio alla ricerca di nuovi fornitori è iniziato subito. Il 25 marzo, poco più di un mese dopo lo scoppio della guerra, la presidente della commissione europea Ursula von der Leyen ha firmato un accordo con il presidente americano Joe Biden per aumentare la fornitura di gas naturale liquefatto (GNL) all'Unione Europea. Sarà incrementata di 15 miliardi di metri cubi all'anno.

Col Qatar accordo per l'ampliamento della più grande piattaforma off shore del mondo

Nulla se paragonato all'accordo col Qatar, che punta ad aumentare da 77 a 126 milioni di tonnellate annue la produzione della più grande piattaforma off shore del mondo la North field east, situata nel Golfo Persico, in collaborazione con compagnie europee tra cui Eni, Total e Shell. 

Un altro contratto è stato firmato il 15 giugno con Israele ed Egitto, top secret la quantità di gas israeliano importato, approderà prima in Egitto per essere liquefatto e poi imbarcato verso i mercati europei. 

Di queste ore è il vaggio a Baku della presidente della commissione europea per raddoppiare l'import attraverso il gasdotto che approda in Puglia, il TAP, fino a raggiungere 20 miliardi di metri cubi all'anno.

A nord le speranze arrivano dal fronte norvegese, Varsavia ha firmato un accordo con Oslo. Anche altre capitali si sono mosse in autonomia. Roma, ad esempio, ha firmato tra gli altri, contratti col Congo e l'Angola, questo lunedì con l' Algeria, Sofia ha firmato con l'Azerbaigian.

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