Scontri tra bande rivali ad Haiti: un centinaio di morti

Violenza ad Haiti
Violenza ad Haiti Diritti d'autore RICHARD PIERRIN/AFP or licensors
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Di Euronews
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Escalation di violenza a Port-au-Prince. Nella capitale haitiana è guerra tra gang rivali. Allarme del World Food Programme dell’Onu per la dilagante povertà del Paese

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La capitale haitiana Port-au-Prince è fuori controllo: almeno 89 persone sono rimaste uccise negli scontri tra bande rivali. Una settantina i feriti. 
Secondo la Rete nazionale per la difesa dei diritti umani, alcune delle vittime sarebbero state bruciate vive.

Alcuni residenti sono stati colpiti da proiettili vaganti all'interno delle loro modeste case di lamiera, ma le ambulanze non possono circolare liberamente nella zona per soccorrere i feriti.

Lungo i corridoi delle baraccopoli, sorte negli ultimi quarant'anni, migliaia di famiglie non hanno altra scelta se non quella di rintanarsi nelle loro case, impossibilitate a procurarsi cibo e acqua. 

Da più di due anni, le bande hanno intensificato i loro traffici e, in particolare, il numero di rapimenti in città, sequestrando persone di ogni estrazione socio-economica e nazionalità: a giugno sono stati commessi almeno 155 sequestri, rispetto ai 118 di maggio, ha affermato il Centro per l'analisi e la ricerca sui diritti umani nell'ultimo rapporto pubblicato mercoledì.

Ma gli scontri mortali tra bande stanno anche colpendo tutte le attività della capitale, in considerazione del fatto che la baraccopoli di Cité Soleil è la sede del terminal petrolifero che rifornisce Port-au-Prince e tutto il nord di Haiti.

In tutta la città, le stazioni di servizio non erogano più una goccia di carburante: una carenza che si traduce nell'aumento vertiginoso dei prezzi al mercato nero. 

In preda alla rabbia, mercoledì i conducenti di mototaxi hanno eretto una serie di barricate lungo le strade principali di Port-au-Prince. Di fronte a questo movimento spontaneo, sono stati possibili solo brevi spostamenti in moto all'interno dei quartieri.

Nei giorni scorsi il World Food Programme dell’Onu aveva lanciato l’allarme per la dilagante povertà del Paese dove quasi metà della popolazione è già in condizione di insicurezza alimentare.

L'impennata dei prezzi (l'inflazione annuale supera il 20% da tre anni a questa parte), la carenza di carburante e la guerra tra gang sta facendo precipitare la situazione a Port-au-Prince, minacciando gli aiuti umanitari  vitali per la popolazione.

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