Il ricordo delle donne di Srebrenica: "Niente odio, né vendetta"

Nel massacro di Srebrenica sono morti circa 8mila uomini e ragazzi bosgnacchi
Nel massacro di Srebrenica sono morti circa 8mila uomini e ragazzi bosgnacchi Diritti d'autore Armin Durgut/Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved.
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Di Euronews
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La conferenza "Le eroine di Srebrenica" marca le commemorazioni per il 27esimo anniversario della strage, definita genocidio dalla Corte internazionale di giustizia. "Le donne di tutto il mondo imparino da noi", dice una superstite

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La città bosniaca di Srebrenica ha commemorato il massacro etnico avvenuto 27 anni fa, in una cerimonia che ha sottolineato il ruolo delle figure femminili nel perpetuare la memoria della strage. Al tempo, migliaia di donne furono cacciate dalle proprie case e videro i propri cari catturati per essere uccisi, durante dieci giorni di pulizia etnica perpetrata dai soldati dell'Esercito della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina.

Ricordo al femminile

Nella conferenza internazionale “Le eroine di Srebrenica” hanno preso la parola alcune delle superstiti, raccontando la loro lotta per ottenere giustizia. Tra queste c'è Munira Subasic, presidente dell'associazione "Madri di Srebrenica":

"Le donne di Srebrenica hanno sopportato il peso più grande del mondo, combattendo per la giustizia, durante la guerra e dopo la guerra. Dobbiamo essere orgogliose per essere riuscite a crescere i nostri figli senza sentimenti di odio, o vendetta e penso che le donne di tutto il mondo dovrebbero imparare da noi su questo".

Il genocidio dei bosgnacchi

C'erano anche i parenti di questa donna tra gli oltre 8mila uomini e ragazzi trucidati a Srebrenica: uno degli episodi più tragici delle guerre nell'ex jugoslavia, qualificato come genocidio dalla Corte internazionale di giustizia per l'intenzione dei militari serbi di sterminare la popolazione locale dei bosgnacchi, un'etnia slava di religione musulmana maggioritaria in alcune parti della Bosnia ed Erzegovina.

Nel luglio del 1995 la città fu invasa dalle forze serbo-bosniache, impegnate al tempo in una guerra fratricida tra le etnie della Bosnia-Erzegovina, nell'ambito del processo di dissoluzione della Repubblica Federale di Jugoslavia. 

Il Tribunale penale internazionale per l'ex-Jugoslavia, istituito presso le Nazioni Unite per giudicare i crimini commessi durante questo periodo, ha incriminato in totale 21 persone per i delitti di Srebrenica, riconoscendo per molti di essi la fattispecie di "genocidio". Tra questi ci sono Ratko Mladić e Radovan Karadžić, rispettivamente Capo di Stato maggiore e presidente della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina.

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