L'agricoltura bio-rigenerativa: tornare al passato per avere un futuro

European Recreative Organic Center (EROC)
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Di euronews
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Tecniche antiche e una ricerca all'avanguardia, per avere terreni più fertili e privi di inquinanti, prodotti migliori e una produzione anche quantitativamente comparabili a quelle consuete. A Parma una no-profit USA, Rodale, si allea con un'azienda e lancia EROC, il centro europeo bio-rigenerativo

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Coltivare senza inquinare, rigenerando il suolo e contribuendo alla lotta al cambiamento climatico: obiettivi che il Rodale Institute, una no profit statunitense che da decenni milita per l'agricoltura organica rigenerativa, cerca di raggiungere per la prima volta in Europa attraverso un'anomala ma funzionale alleanza con un'azienda privata, Davines, B corp e società benefit, specializzata in prodotti per la cosmetica professionale che ha fatto del modello rigenerativo uno dei suoi pilastri fondanti.

Nella sua sede presso Parma si trovano laboratori, campi e percorsi didattici, ora sono stati aggiunti dodici ettari coltivati con questo sistema nuovo ma antico:

"È un insieme di principi che se vengono attuati contemporaneamente - dice Dario Fornara, direttore delle ricerche nel nuovo Centro Europeo per l'Agricoltura Organica Rigenerativa, o EROC - consentono di accumulare sostanza organica nel suolo e quindi aiutano il suolo a manutenersi, a rigenerarsi negli anni successivi, quindi a essere sostenibile a lungo termine. Tra questi principi abbiamo per esempio il fatto di utlizzare le rotazioni delle colture; il fatto di non disturbare troppo il suolo, con l'aratura; il fatto di utlizzare dei fertilizzanti organici, come il compost; il fatto di non utilizzare la chimica, quindi pesticidi, diserbanti; il fatto di aumentare la biodiversità il più possibile, in questo contesto. Quindi, se si attuano questi principi si ha un suolo che diventa resiliente e che è in grado di rigenerarsi a lungo andare". 

In pratica, ci è stato spiegato, si tratta di diverse tecniche e principi tradizionali, che si applicavano regolarmente fino a ottant'anni fa, quando si è imposta la chimica in agricoltura. La combinazione di quelle tecniche, con il supporto anche delle conoscenze odierne, consente di coltivare in terreni più ricchi di sostanze che permettono anche di assorbire meglio il CO2 dall'atmosfera, stoccarlo e scinderlo, rigenerando l'ambiente. Non solo il terreno quindi, ma anche l'aria ne può beneficiare. 

L'intervista integrale al direttore delle ricerche, Dario Fornara

A Fornara (vi invitiamo a guardare l'intervista integrale, nel video qui accanto) abbiamo chiesto anche - è questa l'accusa che si sente spesso per il bio - se non vi sia una produzione quantitativamente più scarsa, rispetto all'agricoltura consueta di tipo più "industriale": dipende dal contesto ambientale, dalla pianta, da diversi fattori, dice. A volte la produzione è minore, a volte uguale, a volte si produce anche di più. Ad ogni modo il prodotto è qualitativamente superiore e può anche essere venduto a prezzi più alti, cosa che, aggiungiamo, può andare incontro ai piccoli produttori che vendono su una filiera corta.  

Non è forse un caso che per la sua prima volta in Europa il Rodale abbia scelto l'Italia e Parma in particolare, città che è sede anche di un'importante agenzia europea, quella della sicurezza alimentare, l'Efsa.

Se è vero che l'Europa ha fatto della salvaguardia ambientale e della lotta al cambio climatico una priorità assoluta, anche questa iniziativa ha trovato occhi e orecchie attenti.

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