Prosegue lo sciopero nazionale di 48 ore. Governo" Aperti al confronto"

Caos in Italia per lo sciopero dei taxi
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Di Debora Gandini
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Tassisti sempre sul piede di guerra contro il ddl Concorrenza. Impossibile trovare un taxi da nord a sud. Il governo non cede anche se dice di essere aperto al confronto

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Un’altra giornata rovente in tutta Italia dove prosegue lo sciopero dei tassisti contro il ddl Concorrenza. La protesta nazionale di 48 ore iniziata nella giornata di ieri non si ferma. Disagi e problemi  da Nord a Sud nelle grandi città dove fino ad ora l'adesione alla protesta è stata del 90%. 

Niente taxi alle fermate, nelle stazioni ferroviarie e negli aeroporti. Trovare un’auto diventa un’impresa impossibile. Il nodo da scogliere è sempre l'articolo 10 del disegno di legge “Concorrenza”, che secondo i tassisti delegittima il settore a favore delle multinazionali, come Uber. Picchetti, cortei di auto bianche in fila una dietro l’altra e slogan contro il Premier Mario Draghi e il governo che tuttavia non sembra non voler cedere anche se dice essere pronto a portare avanti il confronto.

La viceministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Teresa Bellanova ha ribadito che l’esecutivo "non è intenzionato a fare lo stralcio dell'articolo 10 del Ddl Concorrenza, ma è disponibile a portare avanti il confronto per chiarire meglio e puntualizzare”.

Voce fuori dal coro quello della Lega che in una nota rilancia: “La nostra posizione sul ddl è chiara e coerente da sempre, a riforma del trasporto pubblico non di linea non può essere fatta con una legge delega. Una riforma del settore è già stata avviata nel 2019 e siamo ancora in attesa che il governo emani i decreti attuativi. Peraltro non si comprende perché si sia inserito questo tema nel ddl Concorrenza visto che non ce lo chiede l'Ue e non è una riforma prevista dal Pnrr."

Adesione altissima tra rabbia e rassegnazione

A Roma nella giornata di ieri migliaia di tassisti hanno sfilato per le strade della ca-pitale, paralizzando il traffico. Un gruppo di loro si è diretto sotto Palazzo Chigi dove sono state lanciate bottigliette di plastica.

Da Milano a Genova, da Torino a Palermo la protesta non si ferma. Tra lo sconcerto di molti stranieri arrivati in Italia per lavoro o vacanza la rabbia dei lavoratori esasperati, dicono da anni di lotte e battaglie “per difendere il servizio pubblico che puntualmente i governi vogliono smantellare”. "I tassisti si sono fermati perché vo-gliono che il Parlamento si assuma la responsabilità di discutere con i sindacati, i Comuni e le Regioni su come migliorare il servizio – ha tuonato dal palco romano il leader di Unica Cgil taxi Nicola Di Giacobbe.

“I tassisti sono un servizio pubblico con una tariffa amministrata dai Comuni. Il tentativo che c'è dietro questa delega è dare in mano questo servizio alle multinaziona-li, fonte dello sfruttamento del lavoro altrui. Il governo ci pone la richiesta di una delega che rimandiamo al mittente. I tassisti difenderanno il loro lavoro - ha aggiunto Di Giacobbe - non permetteremo un regalo alle multinazionali. Siamo pronti a venire a un tavolo di concertazione per migliorare il servizio ma diciamo no alla legge delega".

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