L'Irlanda divisa tra crisi degli alloggi e accoglienza dei rifugiati

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Di Ken Murray
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gli arrivi nel paese hanno superato le case disponibili, ma il governo è categorico: "nessun tetto agli arrivi"

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La crisi degli alloggi in Irlanda è iniziata ben prima della guerra in Ucraina: l'Irlanda era uno dei paesi più accoglienti nei confronti dei rifugiati di tutto il mondo già prima che le truppe di Mosca sfondassero il confine.

Ma la pressione ormai è tale che in parlamento gli appelli iniziano a moltiplicarsi affinché si ponga un tetto all'accolienza dei profughi.

 L'ultimo è arrivato dalla deputata indipendente Carol Nolan, che in un'interrogazione parlamentare al ministro dell'edilizia Darragh O' Brien si è detta certa che la capacità dell'Irlanda "di fornire anche il minimo indispensabile di alloggi e ripari d'emergenza ai propri cittadini e a coloro che stanno realmente fuggendo dalla guerra è gravemente compromessa".

Ma O'Brien, almeno per il momento, non sembra volerne sapere di limitazioni all'accoglienza:  "Questo governo - ha risposto a Nolan - è stato molto chiaro, in particolare in risposta ai nostri amici ucraini, sul fatto che accoglieremo il maggior numero possibile di cittadini che fuggono da una guerra brutale che è stata loro inflitta senza alcuna colpa e non porteremo alcun tetto a questo proposito".

Domanda e offerta

Secondo i dati dell'ufficio nazionale di statistica, il numero di immigrati in arrivo in Irlanda ha superato quello delle case sul mercato.

La Repubblica d'Irlanda, con una popolazione di cinque milioni di abitanti, ha accolto quasi 35.000 rifugiati dall'Ucraina, un numero all'incirca pari a quello della Francia, che di abitanti ne conta però 60 milioni. 

Con il moltiplicarsi degli arrivi, la domanda ha ormai superato l'offerta, con un aumento vertiginoso dei prezzi.

Ma la scorsa settimana, il premier irlandese Micheál Martin ha respinto le istanze di altri deputati indipendenti che chiedevano di limitare kl numero di rifugiati nel paese. "La mia esperienza con le persone in tutto il Paese è di grande calore - ha detto Martin ai microfoni del nostro corrispondente a Dublino - e le comunità irlandesi stanno lavorando con la comunità ucraina per farla sentire benvenuta. E vorrei chiedere ai due deputati di riflettere anche su questo aspetto e di tenerne conto".

Per ora, dunque, la linea dell'accoglienza tiene. C'è da sperare, per i rifugiati in fuga dalla guerra, che le cose continuino in questa direzione

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