Salah Abdeslam sconterà l'ergastolo ostativo

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Il franco-marocchino Salah Abdeslam, unico superstite dei commando jihadista che uccise 130 persone nelle stragi di Parigi del 2015, è stato condannato all'ergastolo senza alcuna possibilità di appello

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Il franco-marocchino Salah Abdeslam, unico superstite dei commando jihadisti che uccisero 130 persone nelle stragi di Parigi del  2015, è stato condannato alla pena più grave nel  processo contro i terroristi: ergastolo senza possibilità di riduzioni nè di sconti di pena, cioè la condanna più grave prevista dalla legislazione francese. Abdeslam, 32 anni, è stato condannato alla pena massima come richiesto dall’accusa, la procura nazionale antiterrorismo.

Una clemenza impossibile

Era impossibile qualunque forma di clemenza per Abdeslam. Sulla coscienza ha 130 morti e centinaia di feriti oltre a tutte le vite spezzate per sempre anche per chi continuerà a vivere. La giustizia francese ha inflitto pene che vanno da 6 anni all'ergastolo a 19 dei venti accusati di aver collaborato alle stragi.

Le sentenze pronunciate non sono eccessive. Si adattano ai fatti e a chi li ha commessi. Penso che siamo a un punto soddisfacente, lo spero per tutti e lo spero in ogni caso per la Giustizia
Gérard Chemla, avvocato delle parti civili

 Per uno degli avvocati delle parti civili  le sentenze pronunciate non sono eccessive. "Sono convinto che il rigore della sentenza soddisferà le aspettative di alcuni nostri aderenti e di alcune vittime. Le possibilità di appello sono aperte e il termine per il ricorso è di 10 giorni, aspettiamo 10 giorni", sostiene il padre di una delle vittime.

Le associazioni delle vittime

Arthur Dénouveaux è il presidente dell'associazione Life for Paris per lui le vittime e le famiglie delle vittime, che sono venute in aula, non erano lì tanto per vedere gli imputati ma per stare insieme. "Questo è stato il messaggio degli ultimi sei anni e mezzo. Ecco perché sono sorte delle associazioni, per stare insieme - ha spiegato  Dénouveaux -  perché per affrontare questo orrore ci voleva un cammino comune per ricostruirsi come gruppo, per non restare soli. Avevamo bisogno di ritrovarci, di restare uniti ad ascoltare quello che la Giustizia aveva da dirci non dopo 10 mesi, dopo sei anni e mezzo, dovevamo ascoltare tutti insieme".

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