Dalla Spagna al Piemonte, idee e progetti per un vino sostenibile

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Di Diego Malcangi
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Bottiglie lasciate invecchiare in fondo al mare, cavalli di ritorno nelle vigne e alberi da frutto per ospitare uccelli e insetti che poi proteggeranno le vigne. I viticultori europei pensano all'ambiente e cercano di rendere le loro colture meno intensive e i processi produttivi meno energivori

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È una cantina naturale, non serve elettricità per mantenere la temperatura e in più le condizioni sottomarine hanno effetti positivi sul vino. Borja Saracho, viticultore del nord della Spagna, ha iniziato dodici anni fa a sperimentare e ora commercializza le bottiglie invecchiate in mare, nella baia del Plentzia. E le sue migliaia di bottiglie là sotto sono diventate anche un rifugio per centinaia di specie di flora e fauna sottomarina, favorendo la biodiversità.

I produttori di vino in Europa cercano di ridurre l'impatto sull'ambiente e sul territorio. Anche tornare ad usare i cavalli, per esempio, contribuisce non poco:

"Abbiamo fatto un po' di conti, e oggi con circa il 60% dell'attività svolta con cavalli nella nostra proprietà, invece dei trattori, abbiamo ridotto la nostra impronta carbonica del 15%, cioè circa quattro tonnellate di CO2", spiega Laurent Cisneros, proprietario dello Château Rouillac, nei pressi di Bordeaux.  

Diversi produttori in Francia stanno tornando a usare i cavalli, e nella Gironda c'è anche una scuola specificamente dedicata all'uso di cavalli da trazione nelle vigne.

Ci spostiamo sulle colline di Barbaresco, in Piemonte: presente sul territorio da tre generazioni, con un'estensione vinicola di settanta ettari tra Langhe e Roero, sui quali produce principalmente Barbaresco e Barolo, la famiglia Piazzo investe per ridurre l'impatto, con un approccio multi-fattoriale:

"L'utilizzo di predatori naturali per gli insetti, come ad esempio possono essere uccelli e pipistrelli; varie tecniche che possono essere meccaniche, non utilizzando quindi prodotti di sintesi per il diserbo; il controllo della gestione o dell'inerbimento del vigneto, facendo sì che si mantenga una competizione con varietà seminate, per far sì che si mantenga un buon livello idrico e che le piante soffrano anche meno la siccità, e in questi anni - anzi decenni, ormai - stiamo notando quanto sia importante proteggere i nostri terreni dall'eccessiva evaporazione"

I costi non sono eccessivi in sé, secondo l'imprenditore: ma è più faticoso e richiede più manodopera. Lo stanno facendo, comunque, anche estirpando parti di alcune vigne per far spazio ad alberi da frutto che ospiteranno uccelli e insetti in un equilibrio naturale, oltre a favorire una corretta idratazione del terreno. Anche la cantina viene rifatta: più ecologica, e anche più fruibile per chi vuole degustare e nello stesso tempo scoprire la storia e il contesto di questi vini.

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